Dai grandi cicli della vita e delle stagioni all’altalenarsi del giorno e
della notte, dallo scorrere delle ore e dei secondi fino ai microritmi
del respiro e del battito cardiaco, tutta la vita umana è attorniata
dallo scandire del tempo. E quindi tutta la storia dell’umanità può
essere scritta come la storia della percezione del tempo e della sua
capacità di misurarlo.
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Lo strumento più utilizzato già dagli Egizi per la misurazione del tempo era la clessidra.
La clessidra, originariamente ad acqua, era costituita da un semplice
recipiente di vetro recante un foro nel fondo, attraverso il quale
l’acqua defluiva verso un altro recipiente, determinando così il
trascorrere del tempo.
Fu proprio grazie all’invenzione delle clessidre che divenne
possibile la misurazione dell’ora siderale e di conseguenza la nascita
dell’astronomia.
Le clessidre a polvere sono molto più recenti di quelle ad acqua;
l’orologio a sabbia, chamato ampolletta, fu utilizzato nel Medioevo
La parola clessidra (clepsidra, clepsydra o klepsydra) deriva dal greco e significa "ruba l'acqua".
Nella lingua italiana la parola si riferisce a strumenti che funzionano ad acqua e a sabbia
La clessidra a sabbia (clepsamia) è nata nel XIV sec.;
la sua caratteristica è quella che non richiede un "rifornimento"
costante; con questa rivoluzione diventa trasportabile.
Probabilmente è nata per la vita in mare per determinare i turni dei marinai.
All'inizio nel punto di unione vi era una piastrina metallica con il
foro, il tutto tenuto insieme con cera e spago; in seguito al progresso
della lavorazione del vetro se ne fecero di un pezzo unico.
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