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lunedì 29 agosto 2016

Toscano Snuffer : come Funziona

Quanti problemi con il nostro sigaro acceso, quando bisogna spegnerlo per accedere in auto, in locali con divieto o esaurita la voglia.

Come spegnerlo non in modo rudimentale slabbrandone la foglia esterna che alla riaccensione provoca fiammate e scintille che bucano abiti e sedute?

Dove riporlo senza che gli odori emanati anche da spento non impregnino abiti e disturbino chi ci è intorno?
Il Toscano-Snuffer Spegnisigaro
è la soluzione di questi problemi
Per spegnerlo immediatamente: scuotete solo la ceneree riponete il sigaro acceso con la brace rivolta in giù nel Toscano-Snuffer Spegnisigaro chiudendo il tappo a tenuta stagna. Si spegnerà senza fuoriuscita di fumo ed odori.

Per riprendere la fumata: tolto il tappo ermetico, il sigaro verrà sospinto fuori per essere preso qualunque sia la sua lunghezza residua. Nel riaccenderlo, non avendolo spento slabbrandone brace e foglia non provocherà scintille e fiammate che bucano abiti e sedute.

Per il buon funzionamento e durata del Toscano-Snuffer Spegnisigaro, si raccomanda la sostituzione della Capsula Anticondensa quando è esaurita, passato il suo colore dal Bianco al Marrone Scuro.


lunedì 22 agosto 2016

Mister ZIPPO

George Blaisdell aveva una sala da ballo sulla collina di Bradford, in Pennsylvania; una sera, uscendo sul terrazzo a fumare, avvertì nell’aria un acre odore di benzina e notò un amico che armeggiava con un rozzo e pacchiano accendino di ottone arrugginito di origine austriaca.


«Possibile», disse George ridendo, «che un elegantone come te debba usare un aggeggio del genere? Perché non ti compri un accendino decente?»
«Perché questo funziona!», rispose l’altro accendendosi la sigaretta e smorzando la sua risata.
Mister Blaisdell si affrettò a comprare i diritti di esclusiva per gli USA di quello sconosciuto brevetto austriaco. Decise di realizzarlo in acciaio cromato anziché in ottone, ne migliorò il funzionamento e l’aspetto, dotandolo di una leva a scatto sull’apertura e di una forma rettangolare al posto di quella stondata del prototipo.
Nel 1932 la sala da ballo della collina di Bradford chiuse e divenne il capannone della Zippo Manufacturing Company. Lo Zippo entrava nel mercato americano al costo di un dollaro.
George sarebbe diventato per sempre “mister Zippo”, chiamò così il suo accendino dal nome popolare di un altro brevetto che stava riscuotendo grande successo: la chiusura lampo, detta anche ZIP.
Il suo prodotto sarebbe rimasto fondamentalmente invariato fino ai giorni nostri: una carrozzeria cromata con coperchio a cerniera, apribile e richiudibile con un movimento semiautomatico; un’anima interna riempita da cinque strati di ovatta attraversati da uno stoppino che fuoriesce sulla cima, accanto ad una pietrina che ne scaturisce l’accensione previo sfregamento di una piccola ruota segata a scanalature. Sulla carrozzeria di ogni accendino, sul lato inferiore, accanto al logo “ZIPPO” e alla scritta “Bradford, PA, MADE IN USA” sono incisi lettere e numeri; una diffusa leggenda metropolitana sostiene che il numero identifichi la qualità dell’accendino: è una cazzata, i numeri corrispondono semplicemente all’anno di produzione e la lettera al mese.
Quando a quattordici anni comprai il mio primo Zippo mi sembrò abbastanza costoso; ma più tardi mi resi conto che in realtà era un’invenzione rivoluzionaria che, rispetto agli accendini da tavolo in alabastro di mio nonno o a quelli d’oro marchiati Dupont e Cartier di mio padre, aveva fornito una valida alternativa a chiunque non potesse permettersi tali accessori da gioielleria. Perché gli accendini, per una legge non scritta, sono oggetti ineluttabilmente destinati a cadere per terra: un lussuoso accendino a gas, la cui carica è già di per sé costituzionalmente destinata a una durata inferiore, rischia così di vedere danneggiata la sua delicata valvola e di diventare inefficiente. Uno Zippo invece può anche essere lanciato dal decimo piano senza che il suo funzionamento ne sia compromesso.
In un vecchio episodio della serie Alfred Hitchcock presenta un giovane e sconosciuto Steve McQueen veniva sfidato da Peter Lorre a una singolare scommessa: se fosse riuscito ad accendere per dieci volte di seguito lo Zippo di cui era tanto orgoglioso avrebbe vinto l’auto di lusso dell’altro, ma se avesse fatto cilecca si sarebbe fatto amputare un dito. L’episodio è stato anche ripreso in chiave grottesca da Quentin Tarantino in Four rooms, ma lo ricordo soprattutto perché coglieva la vera natura dell’accendino: popolare e allo stesso tempo prezioso, un gadget “per tutti” ma contemporaneamente un oggetto “per sempre”.
Un’altra leggenda metropolitana vuole che lo Zippo fosse nato come accessorio dato in dotazione all’esercito americano: è un’altra bufala. Vero invece che durante la II Guerra Mondiale, quando in America gli Zippo erano già molto diffusi, la vendita degli accendini fu temporaneamente sospesa al pubblico per riservarne l’intera produzione alle forze armate al fronte.
George era furbo e lungimirante: per risparmiare sui costi fece realizzare gli accendini destinati all’esercito in finitura nera anziché cromata. Aveva ben presente che il suo Zippo era ormai un simbolo, non solo agli occhi dei soldati lontani da casa, ma anche del pubblico di quei paesi stranieri in cui erano di stanza. L’apparizione dello Zippo in numerosi film avrebbe contribuito a esportarne la fama. Al termine della guerra Blaisdell decise di produrre uno Zippo commemorativo della resa incondizionata del Giappone con la firma del Generale Douglas Mac Arthur. Questa serie limitata è oggi tra le più quotate tra i collezionisti.


https://www.dollaroshop.biz/risultati.aspx?keywords=zippo&pls_go=Vai&box_left%24ctl00%24fld_risultati=0

lunedì 15 agosto 2016

Gli accendini Zippo con la Seconda Guerra Mondiale?

Un anno dopo il devastante attacco subito a Pearl Harbor e che sancì l'ingresso del paese nel secondo conflitto mondiale, la guerra cambiò anche quella che era l'attività della "Zippo Manufacturing Company": venne infatti meno la produzione di accendini che venivano poi venduti ai civili e venne implementata la produzione solo ed esclusivamente indirizzata alle forze armate a stelle e strisce impegnate sui vari fronti di guerra.
Questo fu un passaggio fondamentale per rendere questo piccolo oggetto un vero e proprio simbolo della cultura americana: questo fu possibile grazie alla produzione su larga scala e agli accordi che la casa produttrice prese con i vertici delle forze armate.
E si può dire che la guerra aumentò il mito della indistruttibilità di questo accendino, anche se Blaisdell, che alla fine era comunque pur sempre un imprenditore, decise che gli Zippo destinati ai soldati al fronte fossero fatti con materiali diversi da quelli che solitamente venivano prodotti e venduti normalmente.

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Una curiosità legata al periodo della guerra è quella legata all'idea, sempre di Blaisdell, di mettere in produzione una serie limitata con incisa la firma dI Mac Arthur, il generale a cui storicamente si deve la resa delle forze armate giapponesi. Oggi questa "limited edition" è tra quelle più ricercate dai collezionisti ed ovviamente tra le più costose.

Finita la guerra, Blaisdell ricominciò la propria attività per rendere lo Zippo un oggetto irrinunciabile per qualsiasi americano: siamo nel 1947 e comincia una massiccia campagna pubblicitaria in tutti gli Stati Uniti e caratterizzata da una autovettura che trasporta delle riproduzioni di Zippo che misurano più di due metri in altezza.
Quella che viene subito definita la "Zippo Mobile" si rivela essere una grande idea. Attualmente una sua riproduzione fedele in ogni singolo elemento fa su e giù per tutto gli USA, "presenziando" a vari eventi che ancora oggi si svolgono per tenere alto il nome e il marchio.

Due anni dopo l'idea della campagna pubblicitaria itinerante arriva l'apertura di un'altra fabbrica adibita alla produzione dello Zippo. La scelta caddè sul Canada. Sembrerà strano, ma ancora oggi questa e quella aperta a Bradford sono le due uniche fabbriche del gruppo. Purtroppo quella canadese ha dovuto abbassare la saracinesca quattordici anni fa.
Nella seconda metà degli anni '50, precisamente nel 1956, arriva un nuovo modello, denominato "Slim". La sua caratteristica principale si concretizza in un profilo più stretto e il tutto è studiato per venire incontro ai gusti femminili.

Passano due anni ed arriva l'idea del marchio che certifichi l'autenticità dell'accendino. Tale codice, che altro non è che l'anno di produzione, si trova oggi su ogni esemplare. Se inizialmente questa fu una scelta detta da motivi di natura pratica, oggi come oggi risulta molto importante per chi di questo oggetto ha fatto un oggetto da collezione.
La guerra, e arriviamo agli anni '60, si incontra ancora con lo Zippo. Il conflitto è quello del Vietnam e sono più di 200 mila gli esemplari prodotto per i giovani soldati americani spediti nell'inferno vietnamita. L'accendino diventa non solo un modo per sentirsi a casa, ma anche un salvavita, come ad esempio per un soldato di nome Andreas Martinez che colpito da un proiettile si salvò grazie allo Zippo che teneva nel taschino. Grazie a questo incredibile evento Zippo e Martinez finirono addirittura sulla copertina di "Life".

lunedì 8 agosto 2016

Zippo: dal 1932 l'accendino che ha fatto storia

E' uno degli oggetti più conosciuti al mondo e ancora oggi, a quasi 100 anni dalla sua nascita, è in produzione e risulta tra gli oggetti più ricercati dai fumatori.
Stiamo parlando dello Zippo: un vero e proprio oggetto di culto che è riuscito ad entrare nell'immaginario collettivo, diventando oggetto di collezionismo per cui si è disposti a spendere cifre incredibili.
Ma qual'è la storia di questo accendino, conosciuto in tutto il mondo e che con il tempo è diventato non solo icona del sogno americano, ma vero e proprio protagonista anche di scene entrate nella storia del cinema? La sua storia è assai particolare e curiosa.
Quest'anno sono 84 anni dalla sua nascita, eppure questo oggetto mantiene intatto il proprio fascino ed è riuscito a superare intatto anche il passaggio al ventunesimo secolo, riuscendo a non rinunciare alla necessità di restare al passo con i tempi che cambiano.

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Sicuramente lo Zippo arriverà in perfetta forma ai suoi primi 100 anni: scopriamo assieme qual è la sua storia e alcune curiosità ad esso legate.

La sua creazione si deve a Geore G. Blaisdell. L'idea non fu però tutta di questo imprenditore americano, che mai probabilmente avrebbe ritenuto possibile di "passare alla storia" e di essere ancora oggi noto in tutto il mondo.
Blaisdell si trovava in un locale di Bradford, cittadina dello stato americano della Pennsylvania, precisamente in una sala da ballo di sua proprietà. La sua attenzione si poggiò su un amico, che cercava di far funzionare un accendino fabbricato nella lontana Austria.
L'accendino ha un aspetto tutt'altro che bello da vedere e basta una semplice caduta per provocargli un danno al suo rivestimento in metallo. Tuttavia quello che colpisce Blaisdell è il fatto che funzioni in qualunque condizione atmosferica, compresa quella di vento sostenuto.
Anni dopo, raccontando il suo primo incontro con quello che grazie al suo intervento sarebbe diventato lo "zippo", Blaisdell raccontò come inizialmente aveva preso in giro il suo amico, che cercava di far funzionare quello che per lui non era altro che un poco elegante accendino di fabbricazione straniera.
Tuttavia Blaisdell rimase di stucco quando, dopo avergli scherzosamente chiesto come mai non avesse mai pensato di procurasi un accendino di buona qualità, si sentì rispondere che il motivo molto semplice per cui non si dannava a cercare un nuovo accendino era perchè quello, pur essendo poco piacevole alla vista, "funzionava sempre e non si rompeva mai". 

Blaisdell ci pensò su e dopo poco tempo decise di far propri i diritti sul territorio americano per quello che all'epoca era ancora un oggetto sconosciuto nella maggior parte non solo degli Stati Uniti, ma anche di tutto il mondo occidentale.
Fu così che nel 1932 il "papà" dello Zippo decise di mandare in pensione la propria sala da ballo e di adibire quello spazio, fino ad allora votato al divertimento, a capannone dove cominciare la produzione di questo che oggi è un oggetto di culto.
Nacque così la prima fabbrica della "Zippo Manufacturing Company". Blaisdell apportò alcune modifiche al modello originale: come materiale esterno optò per l'acciaio cromato rispetto all'ottone.
Cosa ancora più importante, grazie all'aiuto di alcuni tecnici, riuscì a renderne l'utilizzo più semplice. Questo fu possibile grazie all'inserimento di una leva a scatto nella zona dell'apertura e alla scelta di una forma diversa rispetto a quella presa in considerazione nei primi studi condotti prima dell'inizio della produzione: qui si era ipotizzata una forma assai diversa da quella rettangolare che poi è diventata uno dei segni distintivi dello Zippo.
Nel 1932 prese il via la sua produzione, mentre l'anno successivo arrivò anche il lancio sul mercato americano, ad un costo pari ad un dollaro e novantacinque.

Agli amanti dello Zippo farà piacere sapere due cose: la prima relativa al motivo per cui questo accendino si chiama così e la seconda relativa al prototipo studiato inizialmente da Blaisdell.
Zippo fu scelto direttamente da Blaisdell, il quale si ispirò ad una invenzione che ancora oggi fa parte della nostra vita: la cerniera a lampo "zipper". Per chi invece volesse vedere il prototipo del primo accendino progettato da Blaisdell, basterà recarsi in quello che quasi certamente è l'unico museo interamente dedicato ad un accendino, ovvero il Zippo Museum, ovviamente sito a Bradford.
Sempre nel 1933, subito dopo il lancio sul mercato, venne messa in campo la garanzia a vita, altro aspetto che rende unico questo prodotto. "Funziona o lo ripariamo gratis", oltre ad essere un motto è anche una realtà: ancora oggi viene infatti garantito il funzionamento ad infinitum di ogni Zippo fabbricato e nel caso in cui vi si verifichi un guasto, si ha la possibilità di farlo riparare direttamente dalla casa produttrice.

Il 1934 è un altro anno molto importante: nel maggio di quell'anno e precisamente il 17 maggio ha luogo la richiesta ufficiale per far registrare, per quanto riguardava il design, il brevetto originale. La pratica si concluse circa due anni dopo, nel marzo del 1936 il brevetto venne infatti depositato. Da allora sono passati 80 anni e se si eccettuano i cambiamenti apportati per rendere più efficiente la rotella di accensione e altre piccole modifiche, il design di questo oggetto è ancora oggi quello del primissimo esemplare uscito dalla fabbrica.

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