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giovedì 28 febbraio 2013

Smalto Rinforzante

Gli smalti rinforzanti sono largamente richiesti dalla popolazione femminile che troppo spesso si trova a dover affrontare il problema di unghie fragili e che si spezzano, con o senza tendenza allo sfaldamento.


Gli smalti contenenti cellulosa dominano il mercato cosmetico nel settore degli smalti per unghie. Questa sostanza, tuttavia, non è l'unica ad essere inserita nella formulazione di uno smalto rinforzante: anche la betonite, il dimeticone ed i copolimeri acrilati sono ingredienti che contribuiscono ad irrobustire le unghie. è bene, tuttavia, sfatare un mistero. Questi prodotti non rendono l'unghia più forte attraverso la modificazione della sua struttura, bensì, essi vanno a creare un rivestimento sulla lamina ungueale tale da proteggere la cheratina da insulti atmosferici, da stress meccanici e dagli stessi pigmenti che si ritrovano nel prodotto.

Oltre a queste sostanze "rinforzanti", uno smalto può essere impreziosito con ingredienti funzionali come olio jojoba, pantenolo, proteine idrolizzate del grano od altri ingredienti dalle proprietà idratanti, nutrienti ed emollienti.




giovedì 21 febbraio 2013

Smalto Trasparente

Uno smalto trasparente è una vernice priva di pigmenti colorati: applicato sull'intera superficie della lamina ungueale, lo smalto trasparente rende l'unghia lucida e (almeno in apparenza) sana.

Molto simile ad uno smalto trasparente è il gel acrilico lucido: si tratta di un gel largamente utilizzato nei saloni di bellezza come supporto al colore di uno smalto colorato. Infatti, una volta applicata sopra uno smalto (colorato) asciutto, la vernice trasparente protegge il colore sottostante da eventuali graffi o piccoli traumi.



martedì 19 febbraio 2013

Sigarette elettroniche, già 1500 negozi

Una situazione caotica e senza regole. Ma la diffusione cresce in modo quasi esponenziale. Il problema della nicotina prodotta in parte in Cina. E lo Stato teme di perdere miliardi dalla mancata vendita di tabacchi
di ELENA DUSI

Mentre la maggior parte delle sigarette elettroniche viene fabbricata in Cina (dove sono state inventate nel 2003, ma oggi sono vietate), i flaconi di nicotina sono in parte prodotti in Italia. "Qualità e prezzo sono molto variabili" spiega il comandante dei Nas di Torino, MicheleTamponi. "Si va dai 70-80 euro per un chilogrammo di nicotina liquida proveniente dalla Cina, fino a un massimo di 500-600 euro. Ma nei negozi ogni flacone viene venduto a un prezzo medio di 5,5-6 euro".

La produzione italiana da sola riesce a coprire solo metà dei bisogni. "Il consumo giornaliero per i 2 milioni di "svapatori" italiani è di 300mila flaconi - calcola Tamponi - ma nel nostro paese vengono confezionati 150mila flaconi. Da dove proviene la quota mancante? In buona parte viene acquistata su Internet. Anche i negozi a volte si riforniscono tramite la rete. E in quel mercato le regole sono totalmente inesistenti, né le leggi italiane ci permettono di oscurare siti con sede all'estero". 

Il mercato delle sigarette a vapore nel nostro paese, secondo i dati dell'Anafe (Associazione nazionale fumo elettronico), toccherà nel 2013 i 350 milioni di fatturato. I 1.500 negozi specializzati danno lavoro a 4mila addetti tra produttori e venditori. Se un pacchetto di sigarette di tabacco costa attorno ai 5 euro, per fumare le elettroniche si può mettere in conto un budget che parte dai 350 euro all'anno, apparecchio incluso. Provando a fare una stima, lo stato con le sigarette elettroniche rischia di perdere fra i 2 e i 3 miliardi di introiti l'anno. Nell'Europa a 27, l'Ecita (Electronic Cigarette Industry Trade Association) stima che il mercato abbia toccato i 400-500 milioni di euro di volume (e l'incompatibilità con i dati Anafe fa capire quante incertezze ci siano anche dal punto di vista finanziario), con una crescita del 20-30% al mese.

Sul fronte degli "svapatori", gli ultimi dati di Eurobarometro indicano che il 7% dei cittadini europei ha provato almeno una volta la sigaretta elettronica. I dati italiani della Doxa sono in linea con la media del continente: in Italia il 7,3% delle persone ha sperimentato la nicotina vaporizzata. Le ricerche su Google (anche a causa delle poche certezze sugli effetti per la salute) tra gennaio 2008 e settembre 2012 hanno superato quelle per tutti gli altri metodi anti-tabagismo. Euromonitor International, società specializzata in studi di mercato, parla di 2 miliardi di dollari di giro d'affari mondiale. Il sorpasso ai danni di cerotti e altri metodi per smettere di fumare (2,4 miliardi di dollari) è dietro l'angolo. E le stesse ditte produttrici di tabacco come Lorillard e Swisher International hanno comprato alcuni marchi di sigarette e sigari elettronici.

"Siamo un settore in grande crescita, togliamo clienti ai tabaccai. Diamo fastidio. è chiaro che tutti ci vogliono attaccare" dice Massimiliano Mancini, presidente dell'Anafe e dell'azienda FlavourArt che ha sede a Oleggio, in provincia di Novara. "Ma in realtà possiamo fare del bene alla società. E siamo i primi ad accettare regole nuove, purché siano adatte al nostro tipo di prodotto. Non siamo tabacco e non siamo medicinali. Siamo un prodotto nuovo e chiediamo una legislazione specifica".

Il far west europeo - secondo una tabella della Commissione Europea - registra 14 paesi che sono orientati a trattare la nicotina vaporizzata come prodotto medicinale (fra cui Francia e Germania), mentre gli altri procedono in ordine sparso, con le disposizioni più varie a proposito di etichette, avvisi di rischio per la salute e divieto di uso nei luoghi pubblici (imposto in 5 paesi, fra cui la Gran Bretagna).

Ma perché la sigaretta elettronica attrae tanto? Secondo un sondaggio online citato nella direttiva della Commissione Europea, su 3.500 "svapatori" il 92% cerca un aiuto per smettere di fumare o diminuire il numero di sigarette. L'84% ritiene anche che la nicotina vaporizzata sia meno tossica del tabacco tradizionale. "Nella nostra sperimentazione sui pazienti - spiega Cipolla - usiamo sigarette elettroniche, ma solo senza nicotina. La dipendenza al fumo infatti ha una forte componente gestuale. Su quella puntiamo, e con buoni risultati. La nicotina infatti è una sostanza troppo dannosa: dal punto di vista farmacologico è 20 volte più potente dell'eroina".

In Italia l'uso sigaretta elettronica in ristoranti, treni e uffici è particolarmente caotico e il sistema "regole zero" impera. "Abbiamo avuto segnalazioni sull'uso anche in chiesa" racconta Roberta Pacifici, coordinatrice dell'Osservatorio fumo, alcol e droga dell'Istituto Superiore di Sanità "Ci sono voluti dieci anni di legge Sirchia per allontanare le sigarette dai luoghi pubblici. Ora rischiano di tornarci prepotentemente". E le conseguenze non hanno tanto a che fare con la natura del vapore rilasciato nell'aria (la cui tossicità, se pure esiste, non è neanche lontanamente paragonabile a quella del fumo di tabacco). "Sappiamo benissimo che il fumo si diffonde per imitazione, soprattutto tra gli adolescenti" spiega Francesco Blasi, pneumologo all'università di Milano e presidente dell'European Respiratory Society. "Il 75% degli attuali fumatori ha iniziato prima dei 18 anni e il 94% prima dei 25. L'attrattiva sui giovani è un elemento che non possiamo sottovalutare" insiste Paola Testori Coggi. Per Blasi "gli effetti sulla salute sono ancora poco studiati. Dal punto di vista respiratorio, non è impossibile che causino infiammazioni ai bronchi. I dati che abbiamo presentato al nostro ultimo rapporto di Vienna mostravano degli effetti non trascurabili sulla funzione respiratoria". 

Il far west, per finire, fa infuriare chi vende sigarette normali e ha visto tra 1 e 2 milioni di clienti spostarsi verso il mercato delle elettroniche. Il presidente della Federazione Italiana Tabaccai, Giovanni Risso, vede rosso: "Non sappiamo dove sbattere la testa. Se si va avanti così, rischiamo di chiudere in pochi anni. I Monopoli di Stato non sono in grado di dirci se possiamo vendere sigarette elettroniche oppure no. E noi non sappiamo come regolarci. Cosa devo dire ai miei associati che mi chiedono indicazioni? Alcuni vendono sigarette elettroniche nonostante il rischio di una multa".

Il capitolato d'oneri per la vendita di generi di monopolio, che tutti i tabaccai devono rispettare, all'articolo 16 vieta infatti la vendita di "prodotti o sostanze atte a surrogare i tabacchi". "In questa partita - si scalda Risso - il ministero della Salute non parla. I Monopoli non parlano. Ma se la nicotina è un veleno, le regole devono valere per tutti. Noi scriviamo chiaramente sui pacchetti che fumare fa male. Perché sulle sigarette elettroniche non è scritto nulla? Forse non contengono nicotina anche loro?"


 repubblica.it
 

giovedì 14 febbraio 2013

Smalto Colorato

Come sappiamo, uno smalto è costituito da una base - in genere costituita da nitrocellulosa - disciolta in un solvente (butyl acetate o ethyl acetate).

La base di nitrocellulosa può essere lasciata così com'è (smalto trasparente) oppure impreziosita con altre sostanze colorate.

I principali componenti di uno smalto colorato sono i pigmenti, i quali conferiscono la tonalità al prodotto. I pigmenti - sostanze inorganiche stabili a luce e calore ed insolubili nel mezzo - agiscono modificando i processi di riflessione della luce: così facendo, i pigmenti abbelliscono e tinteggiano tutte le superfici su cui vengono applicati.

I cosiddetti "smalti di tendenza" vengono realizzati in base alle richieste di mercato: c'è chi ama le nuance decise, chi invece apprezza quelle più tenui e delicate. Alcune donne ricercano persino gli smalti neri e metallizzati; altre ancora incollano adesivi appositi sopra una base colorata di smalto per rendere le unghie ancora più stravaganti.



C'è uno smalto colorato per ogni gusto: non resta che l'imbarazzo della scelta.



domenica 10 febbraio 2013

Vasco, il rocker nel 'suo' negozio di sigarette

Bologna, 10 febbraio 2013 - VITA spericolata, ma non troppo. Vasco Rossi si è rivisto ieri in città, nel suo quartier generale bolognese in via Emilia Levante. Nel pomeriggio, insieme al regista Stefano Salvati, suo collaboratore di lunga data, il Blasco è entrato nel ‘suo’ negozio. Ormai da un anno, infatti, il rocker di Zocca ha prestato il suo nome e il suo volto a un’azienda ferrarese che commercializza sigarette elettroniche usa e getta e nella palazzina sulla via Emilia ha sede uno dei punti vendita del marchio, denominato appunto ‘il Blasco’. Lui stesso stringe la sigaretta elettronica fra l’indice e il medio nei famosi clippini pubblicati in Rete, col duplice obiettivo di non respirare fumo dannoso per la salute e di assecondare il marketing del prodotto. Vasco le ha reclamizzate più volte su Facebook, attraverso i video che pubblicava di tanto in tanto durante la lunga degenza presso la clinica Villalba. «Non fanno male e si possono fumare dappertutto», ha detto.

QUESTE sigarette vengono pubblicizzate come metodo per «non smettere di fumare». Dotati di una batteria interna, questi cilindretti producono vapore acqueo aromatizzato al gusto di tabacco, che può venire inspirato ed espirato senza inalare le sostanze nocive dovute alla combustione, ma soltanto la nicotina. Nona caso, anche nelle immagini catturate ieri dal nostro fotografo, Vasco ha in mano il suo prodotto.

AI FAN farà certamente piacere ritrovare il Komandante, che ha appena spento 61 candeline, a spasso per Bologna, dove è atteso per tre mega-concerti il 22-23 e 26 giugno. Le date programmate allo stadio Dall’Ara saranno precedute da altre quattro fra il 9 e 14 giugno all’Olimpico di Torino. I concerti, che inizialmente dovevano essere solo quattro, sono stati quasi raddoppiati per l’elevatissima richiesta di biglietti.
 
ilrestodelcarlino.it
 
 

venerdì 8 febbraio 2013

Sicurezza delle sigarette elettroniche

Smettere di fumare è importante ma spesso è molto difficile.
Di recente si è diffuso un nuovo dispositivo per aiutare i fumatori ad abbandonare questa pessima abitudine: la sigaretta elettronica. Esse sono dei semplici dispositivi elettronici che imitano, anche esteticamente, le tradizionali sigarette. Sono dotati di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina in quantità variabile o assente, ed aromi naturali.

Il vapore inalato consente di provare un sapore ed una sensazione, anche visiva, simile a quella provata col fumo di una sigaretta. Lo scopo è quello di superare sia la dipendenza fisica sia quella psicologica, il tutto con una minore pericolosità perché, non essendoci combustione, il rischio cancerogeno è più basso per la mancanza di quei residui (catrame, diossine, ecc.) che si liberano proprio durante questo processo. Però ci sono diversi dubbi. 

Nel dicembre del 2012 l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) in una nota afferma che non esiste evidenza scientifica sufficiente a stabilire la sicurezza d’uso e l’efficacia delle sigarette elettroniche e che i livelli di assunzione di nicotina possono avere effetti dannosi per la salute umana, in particolare per i giovani. Uno studio tedesco indipendente, pubblicato su Indoor Air, si concentra sul possibile fumo passivo conseguente al loro uso e, se indica una minore pericolosità rispetto alle sigarette, evidenzia anche che il glicole del fumo può dar fastidio, e si discute se il divieto di fumare in luoghi pubblici valga anche per gli e-smokers. La raccomandazione è di regolamentare questi strumenti come dispositivi medici o prodotti farmaceutici e non come semplici prodotti commerciali da tabacco, così da tutelare di più i consumatori.
 
Ondanews.it
 
 
 

giovedì 7 febbraio 2013

Quanti tipi di smalto per unghie ci sono

I tipi di smalto che si ritrovano negli scaffali di profumerie, erboristerie, supermercati, farmacie e parafarmacie sono innumerevoli: smalti pastello, lucidi, imperlati di brillantini, ristrutturanti, medicati e rinforzanti sono solo alcuni esempi. 

Le vetrine abbellite con smalti di ogni tipo non passano certo inosservate e, sprigionando una brillante carica di colore, riescono inevitabilmente a catturare l'attenzione delle donne.

Al di là delle tendenze di colore, i criteri di acquisto che spingono il consumatore a preferire un tipo di smalto piuttosto che un altro sono sempre gli stessi: uno smalto ideale dev'essere brillante, facile da distribuire, di lunga durata, resistente ai microtraumi meccanici, di rapida asciugatura e, chiaramente, non tossico.

L'applicazione dello smalto sulle unghie - ad eccezione degli smalti medicati - ha uno scopo di natura prettamente estetica. Difatti, questi cosmetici vengono applicati per abbellire le unghie o nascondere piccoli inestetismi che possono comparire sulla loro superficie (come macchie, aree in cui le unghie si sfaldano o si rompono, ecc.). Attenzione, però, a non sottovalutare eventuali cambiamenti cromatici della lamina ungueale (macchie bianche, gialle, verdi, nere, ecc.), poiché potrebbero rappresentare il sintomo o il campanello di allarme per disturbi e patologie di base non ancora diagnosticati (onicomicosi, disturbi della pelle, patologie sistemiche, ecc.). 

Vediamo, dunque, quali sono le caratteristiche dei tipi di smalto più apprezzati dal mondo femminile, degli smalti medicati e le innovazioni tecnologiche in quest'ambito.






martedì 5 febbraio 2013

Sigaretta elettronica: nuoce gravemente al fisco

In Italia 400 mila persone hanno abbandonato le sigarette per passare a quelle elettroniche (ma presto potrebbero diventare 2 milioni). Multinazionali del tabacco e tabaccai sono in rivolta. Per l’erario si prospetta una riduzione delle entrate. E, in attesa di dati definitivi sulla loro tossicità, c’è già chi ha deciso di vietarne l’uso
 
Officine grandi riparazioni di Torino, Sergio Marchionne assiste seduto tra il pubblico alla presentazione della 500L. è molto teso, perché la piccola monovolume è una delle novità di punta del gruppo Fiat e un telefonino un po’ invadente lo ritrae mentre aspira voluttuosamente una sigaretta, avvolto dalle spire di quello che sembra del fumo. La scena fa il giro del web, ma guardando con attenzione i particolari si vede che la sigaretta in realtà è un modello elettronico, con la brace sostituita da una piccola luce rossa, e il fumo è semplice vapore acqueo.

Anche il numero uno di Fiat, tabagista accanito da due pacchetti di sigarette al giorno, è uno dei 400 mila italiani che negli ultimi 2 anni si sono convertiti alle bionde elettroniche. Un fenomeno nato in Cina nel 2003 e che ora sta dilagando in tutto il mondo al punto che la società di analisi Euromonitor stima che il 5 per cento della popolazione diventerà fumatore digitale nei prossimi anni, anzi uno «svapatore», visto che quando il condensatore della sigaretta elettronica si scalda produce solo vapore, particelle di glicerolo e (solo se l’e-fumatore la introduce nella miscela) nicotina in quantità variabile. Per il resto nel fumo della sigaretta elettronica non c’è catrame, né monossido di carbonio e neppure le altre 4 mila e più sostanze che imbottiscono le bionde tradizionali. E poi manca la combustione. Argomenti che hanno fatto breccia anche nel nostro Paese (dove un sondaggio Doxa afferma che su 10,8 milioni di tabagisti il 20 per cento usa o intende utilizzare questa tecnologia), ma che portano con sé uno strascico di dubbi e polemiche.


Per l’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto superiore di sanità non ci sono riscontri sul fatto che le sigarette elettroniche siano del tutto atossiche e per questo il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha deciso di vietare la vendita ai minori di 16 anni dei prodotti contenenti nicotina, in attesa di avere maggiori evidenze scientifiche per procedere a una regolamentazione. E nel vuoto legislativo ognuno si muove come meglio crede. Così nelle scorse settimane il fumo elettronico è stato vietato sui vagoni di Trenitalia e Ntv, ma anche sugli aerei Alitalia, mentre il primo comune italiano che lo ha bandito dagli uffici pubblici è stato Lomazzo, in provincia di Como, applicando anche una multa fino a 250 euro ai trasgressori. Poi sono arrivate le scuole superiori, i cinema e i ristoranti, dove si applicano i divieti più per esigenze di galateo che per tutela della salute.

L’e-cig (come gli anglofoni chiamano la sigaretta elettronica) è diventata un oggetto trasversale: la fumano le signore mentre giocano a burraco al circolo e gli addetti alle consegne sui loro furgoncini. I genitori la regalano ai figli, sperando di tenerli lontano dal fumo di tabacco, mentre alcuni datori di lavoro la consigliano ai propri dipendenti per tagliare i tempi della pausa sigaretta. Una piccola rivoluzione che ha come capitale Torino, dove nell’ottobre del 2010 ha aperto il primo shop fisico di e-cigarette d’Europa. Un presidio antesignano dei 1.500 negozi che sono fioriti in questi mesi e che danno lavoro ad almeno 4 mila persone, con un giro d’affari che nel 2012 ha superato 250 milioni di euro.
L’intuizione si deve a Filippo Riccio e ai suoi tre soci che nel 2009 hanno fondato la Smooke, leader in Italia nella vendita di sigarette elettroniche con 200 negozi e altrettanti in apertura nel 2013, una sessantina di dipendenti e 12 milioni di giro d’affari. «Uno dei miei soci fumava tre pacchetti al giorno, ma dopo due settimane di sigaretta elettronica aveva praticamente smesso» racconta Riccio a Panorama. «Così abbiamo intuito che potesse essere un ottimo business e dopo un anno e mezzo di vendite online abbiamo aperto un negozio fisico, soprattutto per dare modo agli e-fumatori di scegliere gli aromi».
Perché quel che fa letteralmente impazzire gli e-smoker sono i liquidi da inalare: ne esistono centinaia di varianti, con o senza nicotina, e la sola Smooke ha 18 persone che ogni giorno confezionano 40 mila flaconcini. «Noi non diciamo che la sigaretta elettronica è uno strumento per smettere di fumare, ma serve a trasformare il vizio in una passione» sottolinea Massimiliano Mancini, presidente dell’Anafe, l’Associazione nazionale fumo elettronico e fondatore della novarese FlavourArt, il primo produttore italiano di aromi per e-cigarette, che in 2 anni ha visto crescere i suoi dipendenti da quattro a 40. «Alcuni studi sostengono che si tratta di un modo di fumare meno pericoloso di quello tradizionale, dato che l’e-sigaretta sviluppa solo una nebbia colloidale come quella di un aerosol. Comunque questo è un business pulito e siamo proprio noi produttori a chiedere regole precise e stringenti per il settore». Che ora si trova in una zona grigia: tanti affari e niente accise per lo Stato.

I primi ad accorgersene sono stati i tabaccai: a Natale, periodo tradizionalmente favorevole alle vendite di sigari e sigarette, i prodotti da fumo hanno subito una contrazione del 10 per cento, mentre gli acquisti di e-cigarette sono letteralmente volati. Una perdita secca anche per l’erario che lo scorso dicembre ha provato a introdurre un emendamento nella legge di stabilità per far vendere le sigarette elettroniche solo nelle tabaccherie: tentativo andato in fumo. Al centro del contendere la possibilità dei negozi di e-cigarette di vendere liquidi contenenti nicotina (e quindi tossici) senza controlli. «Tutto ciò che contiene nicotina è regolamentato dal Monopolio e la cessione è riservata ai tabaccai» tuona Francesca Bianconi, presidente dell’Assotabaccai. «Quello che sta avvenendo in questi negozi è una vendita selvaggia, senza controlli, di prodotti di dubbia provenienza e spesso privi dei bollini che ne segnalano la tossicità. Per questo chiediamo una normativa chiara per tutelare i consumatori e i tabaccai».

Perché, oltre alla salute, c’è in ballo il portafoglio. Per chi fuma un pacchetto al giorno, la spesa mensile arriva a circa 138 euro, mentre per chi fuma sigarette elettroniche, dopo l’investimento iniziale che va da 30 a 80 euro, la spesa mensile è di 25-30 euro, pari al costo di cinque-sei flaconi di ricarica. «Stiamo parlando di un risparmio anche del 70 per cento per un tabagista» sottolinea Mancini. Soldi che non finiscono più nelle tasche delle multinazionali del tabacco che, pur non rilasciando dichiarazioni ufficiali, sono molto preoccupate dalle dimensioni del fenomeno.

In America, dove l’e-cigarette ha già conquistato 3 milioni di persone e secondo la Goldman Sachs quest’anno genererà un fatturato di 1 miliardo di dollari, i big si stanno attrezzando: Lorilland si è comprata Blu ecig, Bat ha preso Cn Creative e Rj Reynolds sta sviluppando un proprio prodotto digitale. Per gli analisti della Wells Fargo, tra un decennio le sigarette digitali avranno quasi spento quelle tradizionali. Forse non sarà così, ma meglio pensarci prima che gli affari vadano in fumo.

Panorama.it

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