All'annuncio di questo film le premesse non sembravano incoraggianti: dopo i recenti fallimenti cinematografici della DC, tentare di risollevarsi con un personaggio come Aquaman era una mossa molto azzardata per un'azienda che deve competere al botteghino con gli Avengers.
La DC ha però deciso di puntare proprio sul nostro uomo-pesce ed ha investito circa 200 milioni di dollari su Aquaman, nonostante la sua presenza in "Justice League" fosse stata talmente secondaria che se ne sarebbe potuto tranquillamente fare a meno.
La DC ha però deciso di puntare proprio sul nostro uomo-pesce ed ha investito circa 200 milioni di dollari su Aquaman, nonostante la sua presenza in "Justice League" fosse stata talmente secondaria che se ne sarebbe potuto tranquillamente fare a meno.
Anche se con ritardo, infatti, la casa editrice arcinemica della Marvel sta cercando di portare sullo schermo non solo gli inflazionati Batman e Superman, ma anche nuovi eroi del suo pantheon che a lungo sono rimasti più o meno nell'ombra. Ecco allora che arrivano Wonder Woman, Flash e Cyborg, ma hanno tutti una pecca: sono sempre accompagnati dalla presenza, fisica o spirituale che sia, dei due immancabili simboli della DC, i sopracitati Batman e Superman. Aquaman riesce invece, inaspettatamente e incredibilmente, a non subire l'influenza di uomini-pipistrello o alieni dal capello pettinato, e si sgancia così da tutta quella pesantezza e quel filosofeggiare che i due si portano appresso e che ha impedito al precedente "Justice League" di decollare.
Oltre a questo manca anche, finalmente, la pesante mano di Zack Snyder con i suoi toni cupi che, se avevano funzionato egregiamente per “Watchmen”, alla lunga si sono rivelati anche un po' stancanti. James Wan, uno dei maestri dell'Horror moderno (deus ex machina di "Saw", "Insidious" e "The Conjuring"), è stato ingaggiato come regista, scelta che si è rivelata molto azzeccata: le inquadrature funzionano, il ritmo anche, e si viene trascinati da una sequela di scene d'azione che non lasciano neanche il tempo di sentire le due ore e venti scorrere.
Anche a livello visivo vengono abbandonati gli ambienti cupi e la scala blu-grigio-nero a fronte di forti contrasti cromatici tra la superficie, ricca di colori caldi molto saturi, e l'affascinante mondo sottomarino, dominato da risplendenti tonalità fredde.
Anche a livello visivo vengono abbandonati gli ambienti cupi e la scala blu-grigio-nero a fronte di forti contrasti cromatici tra la superficie, ricca di colori caldi molto saturi, e l'affascinante mondo sottomarino, dominato da risplendenti tonalità fredde.
La cosa che sorprende di più durante la visione di “Aquaman” è scoprire che tutti i rischi che la pellicola ha scelto di prendersi hanno dato buoni frutti, risultando un ottimo intrattenimento.
Jason Momoa per primo, un potenziale bamboccio tutto muscoli e poca espressività, si rivela invece una scelta azzeccatissima per il ruolo, inclusi i lunghi capelli che fanno 'swishh' quando esce dall'acqua. è vero, le scene 'guardatemi, sono figo' sono presenti, ma non stonano, non fanno storcere il naso e anzi, spesso strappano persino una risata. Nessuno lo prende sul serio, nemmeno lui stesso, ed è proprio questo a far funzionare la comicità del film.
Jason Momoa per primo, un potenziale bamboccio tutto muscoli e poca espressività, si rivela invece una scelta azzeccatissima per il ruolo, inclusi i lunghi capelli che fanno 'swishh' quando esce dall'acqua. è vero, le scene 'guardatemi, sono figo' sono presenti, ma non stonano, non fanno storcere il naso e anzi, spesso strappano persino una risata. Nessuno lo prende sul serio, nemmeno lui stesso, ed è proprio questo a far funzionare la comicità del film.
“Aquaman” sceglie così di non farsi mancare nulla: c'è una trama, accettabilmente credibile, c'è azione (e neanche troppa), ci sono effetti speciali discreti (nonostante da questo punto di vista la DC continui a rimanere un gradino sotto rispetto ad altre produzioni contemporanee), c'è una storia d'amore fatta di battibecchi e sguardi perplessi (come a dire 'possibile che mi piaccia questo??'), ci sono le risate e c'è un messaggio.
E il messaggio non è 'accetta te stesso', e nemmeno 'vince chi picchia più forte': Arthur è un erede al trono che non vuole essere Re, ma a volte dobbiamo accettare le responsabilità che la vita ci mette sulle spalle, anche se preferiremmo fare altro. Aquaman è caciarone, spesso sempliciotto, distratto, svogliato e arrogante; in pratica, un adolescente. Ma riesce a crescere e a diventare un uomo in grado di comandare i 7 mari.
Punto chiave del personaggio è il potere che lo distingue dagli altri Atlantidei; Aquaman non è il più forte fisicamente, nè il più veloce, e nemmeno il più intelligente. Però è in grado di comunicare con tutte le creature, ed è questo a renderlo speciale.
E il messaggio non è 'accetta te stesso', e nemmeno 'vince chi picchia più forte': Arthur è un erede al trono che non vuole essere Re, ma a volte dobbiamo accettare le responsabilità che la vita ci mette sulle spalle, anche se preferiremmo fare altro. Aquaman è caciarone, spesso sempliciotto, distratto, svogliato e arrogante; in pratica, un adolescente. Ma riesce a crescere e a diventare un uomo in grado di comandare i 7 mari.
Punto chiave del personaggio è il potere che lo distingue dagli altri Atlantidei; Aquaman non è il più forte fisicamente, nè il più veloce, e nemmeno il più intelligente. Però è in grado di comunicare con tutte le creature, ed è questo a renderlo speciale.
Contro ogni aspettativa dunque, deriso e bollato come fallimento ancor prima di arrivare in sala, "Aquaman" si rivela essere probabilmente il miglior film DC di questa nuova 'generazione'.
"Un eroe. Non l'eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno".
"Un eroe. Non l'eroe che meritavamo, ma quello di cui avevamo bisogno".
Nessun commento:
Posta un commento