Un quadro generale del simbolismo associato al gufo dai tempi più
remoti, secondo le varie culture e tradizioni, fino ai nostri giorni...
Continuiamo a parlare di simboli esoterici e loro significati in compagnia dello studioso Ottavio Bosco: oggi è il turno del Gufo.
Scopo di questo articolo è fornire un quadro generale del simbolismo associato al gufo dai tempi più remoti, secondo le varie culture e tradizioni, fino ad arrivare ai nostri giorni, non soffermandosi più di tanto sul significato che questo animale rappresenta nei settori massonici e occultisti. L’associazione tra questo animale e il male o le forze oscure risale a tempi lontanissimi.
Già i Sumeri ritenevano che il gufo fosse associato alla morte: in una tavoletta risalente al 2300-2000 a.C. è possibile vedere rappresentata una dea affiancata da due gufi ai lati che rappresentano la morte.
In Egitto l’anima che esalava dal corpo era rappresentata da una civetta, e pare che addirittura per la rappresentazione del dio Horus si utilizzasse un gufo (contrariamente al pensiero di altri studiosi che identificano Horus con il falco).
Gli antichi greci e i romani lo ritenevano il simbolo della malasorte e portatore di sventure. La tradizione sosteneva che, allorché un gufo comparisse sul Campidoglio a Roma, il luogo doveva assolutamente essere pulito con acqua e zolfo per scacciare le entità negative che il gufo aveva portato con sé. Non è un segreto d’altronde che i Romani utilizzassero immagini di gufi per combattere e respingere il malocchio.
In Persia il gufo era, ed è tutt’ora, identificato come l’angelo della morte.
Anche presso le tribù africane il gufo i gufi erano associati alla stregoneria e alla magia nera: nel Madacascar le anime degli stregoni erano chiamate gufi, in Nigeria la tribù Yoruba è convinta che i maghi inviino i gufi come loro emissari per compiere omicidi. In Gran Bretagna il gufo era considerato funesto e addirittura Shakespeare lo elenca tra i cattivi presagi (Giulio Cesare, atto I, scena 3).
Tutt’ora in Alsazia si pensa che un gufo sia messaggero di morte e se il suo verso è udito vicino alla camera di una persona malata, questa sicuramente morirà. In Normandia invece è tradizione che una frittata di uova di gufo sia in grado di far passare una sbornia, mentre nello Yorkshire, il brodo di gufo serve per guarire dalla pertosse. Anche la zuppa di gufo veniva utilizzata per guarire dall’epilessia.
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In Scozia il folklore sostiene che vedere un gufo di giorno significa malasorte e sventure per l’osservatore e, se si guarda nel nido di un gufo, si diventerà malinconici e tristi per il resto della vita.
Come abbiamo visto, non sempre questo stupendo animale era associato alla malasorte. Per esempio in Israele piccoli gufi grigi sono considerati di buon auspicio specialmente se compaiono vicino ai raccolti. Nell’antica Cina era usanza comune sacrificare questi animali e porre sugli edifici ornamenti (chiamati angoli di gufo) per proteggerli dagli incendi. Plinio menziona una credenza secondo la quale, per far rivelare i segreti più intimi a una donna, è sufficiente porle sul seno il cuore di un gufo.
Nelle mitologia greca è noto che la civetta (animale differente rispetto al gufo, ma molto spesso identificato con quest’ultimo) rappresentava la dea Atena ed era l’emblema della saggezza e della sapienza. Un proverbio ateniese per indicare una vittoria recitava all’incirca “ecco una civetta”.
Esistono prove che nell'antichità la dea Atena fosse rappresentata come una civetta, o comunque, come una dea uccello (nel terzo libro dell'Odissea assume la forma di un uccello).
Presso alcune tribù dell’Asia Settentrionale si pone un gufo sopra il letto di un bambino per spaventare e allontanare gli spiriti maligni e, secondo una tradizione indiana, è addirittura possibile indurre il sonno in un bambino inquieto ponendo piume di gufo sotto il cuscino.
Nella tradizione dei nativi americani del nord-ovest, il gufo (civetta) era uno degli animali totemici, di grande importanza: rappresentava la creatrice della notte e quindi simbolo della saggezza, della perspicacia e della proiezione astrale. La sua magia la guida nelle notti prive di luna aiutandola nella caccia silenziosa. Le sue notevoli visioni le rivelano la via verso la grande e unica saggezza.
Nella tradizione dei nativi americani del nord, la civetta rappresenta in primo luogo la chiaroveggenza e, a secondo della stirpe indiana, può essere identificata con la saggezza oppure un cattivo presagio.
I nativi americani del sud-ovest invece identificano la civetta e il gufo come simbolo dell’ammonimento. Se gli abitanti dei villaggi Apache o i Navajo venivano colpiti da una malattia contagiosa, negli alberi attorno al villaggio sarebbero apparse diverse razze di civette come ammonimento per i guerrieri o i cacciatori di ritorno a casa.
Il simbolo del gufo è ampiamente utilizzato nelle pratiche alchemiche, occulte e di magia nera (spesso viene identificato con Satana) e in massoneria: a tal proposito ricordiamo, senza soffermarsi in particolari spiegazioni che esulano dallo scopo del presente articolo, il Bohemian Club che e’ un’associazione massonica molto importante (vi hanno fatto parte la maggior parte dei presidenti degli Stati Uniti e gli uomini più illustri della storia americana), il cui simbolo è proprio un gufo fiancheggiato dalle lettere B e C.
Come talismano il gufo (e/o la civetta) aiuta a trovare il nostro cammino anche in momenti di oscurità, a saper riconoscere in tempo i pericoli, a interpretare segnali apparentemente incomprensibili, a diventare saggi attraverso le visioni, a sviluppare il sesto senso e l’intuizione e a divenire chiaroveggente.
Come amuleto protegge dalla cecità, dalla paura delle tenebre, dall’eccessivo attaccamento alla materialità e dall’emeralopia (la perdita della visione notturna).
È interessante evidenziare come le più disparate tradizioni antiche abbiano influenzato modi di dire, credenze, attribuzioni di significati, usi e costumi fino ai nostri giorni. Per esempio tutt’ora, nel linguaggio comune, con il termine gufo si è soliti riferirsi a persone abitualmente di umore cupo, melanconiche, tristi, poco socievoli e portatrici di sventure.
Lo è altresì notare come, molto spesso, superstizione e folklore nascondano fatti reali e nascano da osservazione di fenomeni naturali: a titolo di esempio potremo citare la credenza, diffusa nei paesi anglosassoni, secondo cui appendere un gufo per le ali all’ingresso di una fattoria o di una stalla sia sufficiente per allontanare i topi. L’associazione risulta quanto mai semplice, essendo il gufo un predatore di piccoli mammiferi, tra cui, in primis, di piccoli roditori. Fonti: Dizionario di sogni, presagi e superstizioni, Zolar (Orsa Maggiore Editrice, 1989) Simboli di Potere, Felicitas H. Nelson, (Edizioni Il Punto d’Incontro, 2000) Storia della Magia, Kurt Seligmann (Casa Editrice Odoya srl, 2010)
http://it.wikipedia.org/wiki/Atena
http://naturenatura.com/2013/02/11/gufo-e-civetta-il-mondo-dei-simboli/
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