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martedì 27 marzo 2018

Game of Thrones, tutte le casate e le famiglie di Westeros

Nel caso vi servisse una mappa per non perdervi nelle enormi distese dei Sette Regni, abbiamo voluto aiutarvi riassumendo tutte le casate e le famiglie più importanti di Game of Thrones.

Uno dei motivi per cui Game of Thrones ha ottenuto lo straordinario successo di critica e pubblico che lo ha fatto entrare nell'olimpo degli show più visti di sempre sono senza dubbio alcuno i suoi incredibili personaggi.
Basandosi sull'eccelso materiale fornito da George R. R. Martin, gli showrunner sono riusciti a ricreare una Westeros pulsante di vita. Ogni angolo dei Sette Regni è abitato da persone diverse che regolano la loro vita in base al volere del signore locale, che a sua volta manda avanti la propria famiglia e gestisce i (complicati) rapporti con i "vicini".
Andiamo quindi a scoprire quali sono le famiglie e le casate più importanti dello show di punta HBO.

Casa Stark
Motto: L'inverno sta arrivando
Dimora ancestrale: Grande Inverno

Casa Lannister

Motto: Udite il mio ruggito
Motto non ufficiale: Un Lannister paga sempre i propri debiti
Dimora ancestrale: Castel Granito
Dimora attuale: Approdo del Re


Casa Targaryen


Motto: Fuoco e sangue
Dimora ancestrale: Approdo del Re
Dimora attuale: Roccia del Drago


Casa Baratheon

 
Motto: Nostra è la furia
Dimora ancestrale: Capo Tempesta


Casa Greyjoy

Motto: Noi non seminiamo
Motto non ufficiale: Ciò che è morto non muoia mai
Dimora ancestrale: Pyke


Casa Tyrell

Motto: Crescere forti
Dimora ancestrale: Alto Giardino


Casa Tully

Motto: Famiglia, dovere, onore
Dimora ancestrale: Delta delle Acque
 

Casa Frey
Motto: Noi ci ergiamo insieme
Dimora ancestrale: Le Torri Gemelle (Il Guado)


Casa Bolton



Motto: Le nostre lame sono affilate
Dimora ancestrale: Forte Terrore

Casa Martell

Motto: Mai inchinati, mai piegati, mai spezzati
Dimora ancestrale: Lancia del Sole (Dorne)


Casa Arryn

Motto: In alto come l'onore
Dimora ancestrale: Nido dell'Aquila


Casa Mormont

Motto: Qui ci ergiamo
Dimora ancestrale: Isole dell'Orso


Casa Tarly

Motto: Primi in battaglia
Dimora ancestrale: Collina del Corno


fonte: Mondofox.it

lunedì 19 marzo 2018

Significato Chiave di Violino (o di Sol)

La chiave di violino per gli amanti della musica 

la chiave di Sol, il cui simbolo è ampiamente conosciuto praticamente da chiunque. 


Da sempre l'essere umano è stato attratto dalla musica e gli ha sempre dato un significato molto rilevante nella propria vita. Questo ruolo di enorme importanza è dovuto principalmente alla capacità che ha la musica di poterci esprimere e di suscitare emozioni e rievocare situazioni vissute. In alcuni casi, alla musica viene dato un significato quasi divino, come nel caso di molte religioni che popolano il nostro pianeta. 

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Chi ama la musica e fa di essa la musa ispiratrice di tutta la sua vita non può che scegliere come simbolo la chiave di violino. Molto di moda tra le star della musica nazionale e internazionale, basta pensare a Rihanna o Emma, la chiave di violino rappresenta l‘enorme passione verso la musica in ogni sua forma. Solitamente come tatuaggio non è di grandi dimensioni ed è unito spesso ad alcune note o pentagrammi.


lunedì 12 marzo 2018

A cosa serve una chiave dinamometrica

Per serraggi controllati o specifici valori della coppia di serraggio perché è necessaria una chiave dinamometrica


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Ogni qualvolta abbiamo intenzione di serrare un bullone, stringere un perno filettato ed un dado, oppure avvitare viti in fori filettati di uguale o diverso materiale dobbiamo sempre ricordare che esistono dei valori di carico connessi alla natura stessa dei materiali che stiamo serrando. Infatti per ogni materiale, in funzione della sua dimensione, sono noti i valori per i carichi che ne determinano la deformazione plastica e la rottura. Per questo, un serraggio corretto richiama il concetto di serraggio controllato; infatti se da un lato abbiamo sicuramente bisogno di stringere tra loro i particolari senza causarne la deformazione o peggio la rottura, dall'altro lato dobbiamo essere anche sicuri di non aver stretto le parti troppo poco tra loro, causando quindi un possibile svitamento involontario oppure un serraggio blando ed incerto. Abbiamo dunque bisogno di conoscere, per ogni materiale, quei valori consigliati per limitare la coppia ed evitare svitamento involontario, deformazione plastica e rottura.
La chiave dinamometrica è quello strumento particolare che ci permette di impostare il valore del serraggio e riconoscere quando abbiamo raggiunto la coppia di serraggio limite impostata.
Normalmente i valori sono tabellati in funzione dei materiali e delle loro dimensioni per cui non sarà necessario calcolarli di volta in volta. In caso di montaggio o manutenzione di oggetti meccanici questi valori sono spesso indicati dal progettista o dal produttore. Sempre più frequentemente infatti queste particolari chiavi di manovra vengono utilizzate oltre che nei reparti di produzione anche nel privato per la manutenzione di moto, bici ed automobili.

giovedì 8 marzo 2018

Simbolo esoterico: il Gufo

Un quadro generale del simbolismo associato al gufo dai tempi più remoti, secondo le varie culture e tradizioni, fino ai nostri giorni...


Continuiamo a parlare di simboli esoterici e loro significati in compagnia dello studioso Ottavio Bosco: oggi è il turno del Gufo


Scopo di questo articolo è fornire un quadro generale del simbolismo associato al gufo dai tempi più remoti, secondo le varie culture e tradizioni, fino ad arrivare ai nostri giorni, non soffermandosi più di tanto sul significato che questo animale rappresenta nei settori massonici e occultisti.
L’associazione tra questo animale e il male o le forze oscure risale a tempi lontanissimi.

Già i Sumeri ritenevano che il gufo fosse associato alla morte: in una tavoletta risalente al 2300-2000 a.C. è possibile vedere rappresentata una dea affiancata da due gufi ai lati che rappresentano la morte.

In Egitto l’anima che esalava dal corpo era rappresentata da una civetta, e pare che addirittura per la rappresentazione del dio Horus si utilizzasse un gufo (contrariamente al pensiero di altri studiosi che identificano Horus con il falco).

Gli antichi greci e i romani lo ritenevano il simbolo della malasorte e portatore di sventure. La tradizione sosteneva che, allorché un gufo comparisse sul Campidoglio a Roma, il luogo doveva assolutamente essere pulito con acqua e zolfo per scacciare le entità negative che il gufo aveva portato con sé. Non è un segreto d’altronde che i Romani utilizzassero immagini di gufi per combattere e respingere il malocchio.

In Persia il gufo era, ed è tutt’ora, identificato come l’angelo della morte. 



Anche presso le tribù africane il gufo i gufi erano associati alla stregoneria e alla magia nera: nel Madacascar le anime degli stregoni erano chiamate gufi, in Nigeria la tribù Yoruba è convinta che i maghi inviino i gufi come loro emissari per compiere omicidi. In Gran Bretagna il gufo era considerato funesto e addirittura Shakespeare lo elenca tra i cattivi presagi (Giulio Cesare, atto I, scena 3).

Tutt’ora in Alsazia si pensa che un gufo sia messaggero di morte e se il suo verso è udito vicino alla camera di una persona malata, questa sicuramente morirà. In Normandia invece è tradizione che una frittata di uova di gufo sia in grado di far passare una sbornia, mentre nello Yorkshire, il brodo di gufo serve per guarire dalla pertosse. Anche la zuppa di gufo veniva utilizzata per guarire dall’epilessia.


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In Scozia il folklore sostiene che vedere un gufo di giorno significa malasorte e sventure per l’osservatore e, se si guarda nel nido di un gufo, si diventerà malinconici e tristi per il resto della vita.

Come abbiamo visto, non sempre questo stupendo animale era associato alla malasorte. Per esempio in Israele piccoli gufi grigi sono considerati di buon auspicio specialmente se compaiono vicino ai raccolti. Nell’antica Cina era usanza comune sacrificare questi animali e porre sugli edifici ornamenti (chiamati angoli di gufo) per proteggerli dagli incendi. Plinio menziona una credenza secondo la quale, per far rivelare i segreti più intimi a una donna, è sufficiente porle sul seno il cuore di un gufo.

Nelle mitologia greca è noto che la civetta (animale differente rispetto al gufo, ma molto spesso identificato con quest’ultimo) rappresentava la dea Atena ed era l’emblema della saggezza e della sapienza. Un proverbio ateniese per indicare una vittoria recitava all’incirca “ecco una civetta”.

Esistono prove che nell'antichità la dea Atena fosse rappresentata come una civetta, o comunque, come una dea uccello (nel terzo libro dell'Odissea assume la forma di un uccello).

Presso alcune tribù dell’Asia Settentrionale si pone un gufo sopra il letto di un bambino per spaventare e allontanare gli spiriti maligni e, secondo una tradizione indiana, è addirittura possibile indurre il sonno in un bambino inquieto ponendo piume di gufo sotto il cuscino.

Nella tradizione dei nativi americani del nord-ovest, il gufo (civetta) era uno degli animali totemici, di grande importanza: rappresentava la creatrice della notte e quindi simbolo della saggezza, della perspicacia e della proiezione astrale. La sua magia la guida nelle notti prive di luna aiutandola nella caccia silenziosa. Le sue notevoli visioni le rivelano la via verso la grande e unica saggezza.

Nella tradizione dei nativi americani del nord, la civetta rappresenta in primo luogo la chiaroveggenza e, a secondo della stirpe indiana, può essere identificata con la saggezza oppure un cattivo presagio.

I nativi americani del sud-ovest invece identificano la civetta e il gufo come simbolo dell’ammonimento. Se gli abitanti dei villaggi Apache o i Navajo venivano colpiti da una malattia contagiosa, negli alberi attorno al villaggio sarebbero apparse diverse razze di civette come ammonimento per i guerrieri o i cacciatori di ritorno a casa. 



Il simbolo del gufo è ampiamente utilizzato nelle pratiche alchemiche, occulte e di magia nera (spesso viene identificato con Satana) e in massoneria: a tal proposito ricordiamo, senza soffermarsi in particolari spiegazioni che esulano dallo scopo del presente articolo, il Bohemian Club che e’ un’associazione massonica molto importante (vi hanno fatto parte la maggior parte dei presidenti degli Stati Uniti e gli uomini più illustri della storia americana), il cui simbolo è proprio un gufo fiancheggiato dalle lettere B e C.

Come talismano il gufo (e/o la civetta) aiuta a trovare il nostro cammino anche in momenti di oscurità, a saper riconoscere in tempo i pericoli, a interpretare segnali apparentemente incomprensibili, a diventare saggi attraverso le visioni, a sviluppare il sesto senso e l’intuizione e a divenire chiaroveggente.

Come amuleto protegge dalla cecità, dalla paura delle tenebre, dall’eccessivo attaccamento alla materialità e dall’emeralopia (la perdita della visione notturna).

È interessante evidenziare come le più disparate tradizioni antiche abbiano influenzato modi di dire, credenze, attribuzioni di significati, usi e costumi fino ai nostri giorni. Per esempio tutt’ora, nel linguaggio comune, con il termine gufo si è soliti riferirsi a persone abitualmente di umore cupo, melanconiche, tristi, poco socievoli e portatrici di sventure.

Lo è altresì notare come, molto spesso, superstizione e folklore nascondano fatti reali e nascano da osservazione di fenomeni naturali: a titolo di esempio potremo citare la credenza, diffusa nei paesi anglosassoni, secondo cui appendere un gufo per le ali all’ingresso di una fattoria o di una stalla sia sufficiente per allontanare i topi. L’associazione risulta quanto mai semplice, essendo il gufo un predatore di piccoli mammiferi, tra cui, in primis, di piccoli roditori.
Fonti: Dizionario di sogni, presagi e superstizioni, Zolar (Orsa Maggiore Editrice, 1989) Simboli di Potere, Felicitas H. Nelson, (Edizioni Il Punto d’Incontro, 2000) Storia della Magia, Kurt Seligmann (Casa Editrice Odoya srl, 2010)
http://it.wikipedia.org/wiki/Atena
http://naturenatura.com/2013/02/11/gufo-e-civetta-il-mondo-dei-simboli/

lunedì 5 marzo 2018

Il significato del Gufo

Questo rapace, insieme alla Civetta, rappresenta la chiaroveggenza

Associata spesso a maghi e indovini, simboleggia la comprensione, la luce dopo la soluzione di un problema. Essendo animali notturni evocano l’oscurità come sinonimo di tenebre e di morte ma, mentre la Civetta, con il suo sguardo acuto penetra il buio, personificando la luce come uscita dalla tenebre indicando la rivelazione, al Gufo spetta un significato negativo, come uccello del malaugurio, annunciatore di morte. Infatti troviamo un riscontro del significato positivo di questo animale notturno nella mitologia antica .

Secondo una leggenda spagnola, il Gufo è diventato un uccello dalle abitudini notturne dopo aver assistito alla crocifissione di Gesù. Da allora, infatti, il rapace continua a ricordare quell’evento, ripetendo nel suo tipico verso la parola cruz, ovvero “croce”.
Secondo la tradizione fiabesca, invece, il Gufo è quasi sempre rappresentato come un animale saggio ed erudito, che si prodiga a diffondere la sua sapienza a tutti gli altri animali.


Il gufo ha una valenza simbolica ambivalente.
 
Come simbolo della scienza e del sapere, appare frequentemente nella sigla di librerie e editori scientifici, il che si deve anche al fatto che la dea Atena/Minerva era ritenuta la personificazione della sapienza, mentre nelle credenze popolari ha un significato negativo, probabilmente per la sua vita notturna, la sua asocialità, la silenziosità del volo e per il verso che ricorda il pianto.

I Sumeri ritenevano che il gufo fosse associato alla morte. In una tavoletta risalente al 2300-2000 a.C. si può vedere Inanna affiancata da due gufi che rappresentavano la morte.

Per gli antichi greci e per i romani il gufo era il simbolo della cattiva sorte e portatore di sventure; la tradizione sosteneva che se un gufo compariva sul Campidoglio il luogo doveva assolutamente essere pulito con acqua e zolfo per scacciare le entità negative che aveva portato con sé.

L’Ebraismo immaginava che il demone Lilith fosse in compagnia di un uccello notturno come il gufo, nell’Induismo era ritenuto la cavalcatura della dea Durga, che si manifesta come “Camunda”e presso i Maya dello Yucatan il dio dei morti Hunakau aveva la testa del gufo.
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Nella tradizione dei nativi americani del nord-ovest il gufo era uno degli animali totemici, rappresentava il creatore della notte ed era quindi simbolo di saggezza, perspicacia e proiezione astrale; nel sud-ovest invece identificavano il gufo come un ammonimento: se gli abitanti dei villaggi Apache o Navajo erano colpiti da una malattia contagiosa attorno al villaggio sarebbero apparsi diversi gufi per avvertire i guerrieri o i cacciatori di ritorno a casa.

In India per favorire i sogni premonitori erano poste delle piume di gufo sotto il cuscino, si credeva che in questo modo il suo potere di poter scrutare la notte e vedere l’invisibile si trasmettesse alla persona che le utilizzava con l’intenzione di capire i propri sogni.



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