La soluzione migliore sia sempre svuotare la
bottiglia :) , ma all’occorrenza esistono alcune accortezze che mirano ad
“allungare la vita” di un prodotto già aperto.
Il principale nemico del nostro vino è l’ossigeno responsabile dell’ossidazione che ne altera profumi e sapori.
Conservare un vino aperto
si può, ma esistono ovviamente dei tempi “limite” entro i quali finire
gli avanzi; ciò perché il processo di ossidazione ed acetificazione è
inarrestabile.
Il nostro obiettivo sarà quindi limitare il contatto con l’ossigeno e gli effetti dell’ossidazione.
Sfatiamo subito i miti: il cucchiaino infilato nel collo della bottiglia serve praticamente a nulla!
Un buon sistema è acquistare un tappo per chiusura ermetica, facile da reperire e non molto dispendioso.
In assenza di questo strumento è consigliato adattare il tappo
rimosso all’atto dell’apertura, ben si adattano quelli in resina, più
difficile con quelli di sughero.
Il top nell’ambito sarebbe dotarsi di una pompetta
L’unico metodo efficace è quello di dotarsi di una “pompetta salvavino” come questa:
Questo utensile ha la funzione di aspirare tutta l’aria dalla bottiglia mezza vuota eliminando l’ossigeno e limitando l’ossidazione e il conseguente deperimento del vino rimasto; attenzione però, l’effetto sottovuoto dura al massimo due giorni.
Una
volta azionata la pompetta, si toglie e rimane solo il tappo universale
in dotazione che chiuderà per effetto depressivo la bottiglia.
Attenzione però, se utilizzassimo l’aspirazione per i vini con bollicine
certamente finiremo per “ammazzarli”, ecco perché l’utensile è dotato
di un selettore che da la possibilità anche di creare una
“sovrapressione” all’interno della bottiglia facendo in modo che
l’anidride carbonica, responsabile dell’effervescenza, permanga nella
bottiglia.
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