C'era una volta un padre di famiglia. Aveva quattro figli e un'invidiabile collezione di dischi frutto di anni di attenta selezione. Sul letto di morte chiamò a raccolta i quattro pargoli e, in un trionfo di lacrime, affidò loro il suo intestimabile testimone discografico.
Oggi c'è un altro padre di famiglia. Anche lui ha quattro figli e una sconfinata collezione di file mp3 regolarmente acquistati su iTunes, è piuttosto lontano dal letto di morte ma ha comunque intenzione di lasciare gli album da lui leggittimamente acquistati ai suoi figli. A differenza del primo padre di famiglia, però, lui dovrà portarsi la sua musica nella tomba.
A 57 anni suonati, il Mercenario Bruce Willis si è accorto che le tonnellate di file musicali da lui acquistati attraverso iTunes non sono tecnicamente di sua proprietà, è di conseguenza non sono trasferibili all'iPod, all'iPhone o all'iCloud di nessuno dei suoi figli. Stando a quanto riportato dal Sun, l'indistruttibile attore di Die Hard starebbe addirittura valutando la possibilità di trascinare Apple in tribunale. Nel mirino di Bruce – John McLane – Willis ci sarebbero i termini di servizio di iTunes Store, che indicherebbero come, nel momento in cui l'utente acquista un contenuto iTunes, non ne diventi automaticamente proprietario.
Ecco cosa si legge nella pagina Termini e Condizioni di iTunes: “I prodotti Mac App Store e App Store (collectively, disponibili attraverso il Mac App Store e l'App Store non ti vengono venduti, ti vengono concessi in licenza”. E ancora: “Questa licenza non ti consente di utilizzare la Licensed Appliocation su qualsiasi dispositivo Apple che non sia tuo.”
Un file mp3 acquistato tramite iTunes è da considerarsi Licensed Application? Oppure esiste una regolazione a parte per i file multimediali acquistati? Non è del tutto chiaro. Chi invece fa più chiarezza in proposito è Amazon, che nella pagina Termini e Condizioni del suo Amazon MP3 Store dichiara: “Una volta che paghi per ottenere contenuti musicali, ti garantiamo un diritto non esclusivo e non trasferibile all'utilizzo del contenuto musicale unicamente per il tuo personale intrattenimento.”
Sarebbe a dire che cliccando “acquista” su uno di questi negozi digitali, non stai effettivamente comprando un contenuto, lo stai solo noleggiando a vita. Una volta che volgi i piedi all'uscio i file acquistati smetteranno di essere tuoi, e pertanto non potranno essere ereditati da nessuno.
Stando al Sun, il buon Bruce sarebbe pronto a dichiarare guerra a Cupertino, e a tener duro finché non avrà assicurato la sua discografia digitale nelle mani delle figlie. Resta il fatto che per acquistare i suoi file, Willis ha accettato i Termini e le Condizioni di Apple, perciò avrebbe ben poco a cui appigliarsi. In attesa di delucidazioni da parte di Apple (e, chiaro, di Bruce Willis), la notizia sta già facendo il giro della Rete, con ll'effetto di concentrare l'attenzione su una questione piuttosto spinosa: che confini ha il concetto di proprietà nell'era dell'intrattenimento digitale?
Ne L'era dell'accesso, un brillante saggio pubblicato nel 2000, Jeremy Rifkin tratteggiava un futuro prossimo in cui la nozione di proprietà sarebbe stata sostituita da quella di accesso. A giudicare dalla questione sollevata da Bruce Willis, e dalle rogne legali che hanno trascinato un servizio di rivendita dell'usato digitale come ReDigi in tribunale, quel futuro sembra essere già arrivato.
di Fabio Deotto (Panorama)
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