La piattaforma di video sharing annuncia una tecnologia che permetterà agli uploader di oscurare i volti presenti nei filmati. Una forma di protezione per gli attivisti coinvolti nelle proteste di massa
Roma - Dalla primavera araba alle rivolte in Siria, YouTube si è dimostrato tra i principali canali per la diffusione globale delle notizie sulle proteste di massa. Per gli attivisti, una potenziale arma a doppio taglio. La piattaforma di video sharing può tanto aiutare la proliferazione della causa quanto causare grossi guai a chi la interpreta. Facile individuare i protagonisti dei vari movimenti di piazza, andarli a pescare una volta identificati.
Un problema denunciato al portalone di Google dai responsabili di WITNESS, che nel report Camera Everywhere sottolineano come nessuna piattaforma digitale preveda specifiche tecniche di offuscamento dei visi legati all'attivismo per i diritti umani. "YouTube è felice di essere tra i primi a farlo", ha ora annunciato il sito di video sharing in un comunicato apparso sul blog ufficiale.
Basteranno pochi click e tutti gli uploader del Tubo potranno sfruttare uno strumento per pixelare i volti, tecnica già sperimentata da BigG in servizi come quello di mappatura Maps. Un servizio che diventerà utile sia per tutelare la sicurezza degli attivisti coinvolti, sia per evitare ad esempio il riconoscimento di minori.
di Mauro Vecchio (PuntoInformatico)
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