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venerdì 31 luglio 2020

🎂Harry Potter compie 40 anni

Oggi è il compleanno di Harry Potter. Compie 40 anni. I fan di tutto il mondo lo festeggiano sui social. Il maghetto è nato il 31 luglio 1980 a Godric’s Hollow. Condivide il giorno del compleanno con la sua creatrice, la scrittrice britannica J.K.Rowling. Oggi è il compleanno di Harry Potter, il maghetto nato dalla penna di Joanne K. Rowling.


Proprio la scrittrice ne ha indicato la precisa data di nascita: il 31 luglio (peraltro lo stesso giorno in cui è nata lei) del 1980. Significa che se fosse una persona reale Harry compirebbe oggi 40 anni ( e la sua creatrice 55) e milioni di fan da tutto il mondo lo stanno festeggiando sui social.

Quando nel 1997 uscì il primo libro della saga, Harry Potter e la Pietra Filosofale, J.K. Rowling certamente non poteva neanche lontanamente immaginare che aveva appena creato un fenomeno mondiale. I sette libri e gli otto film dedicati al maghetto hanno fatto appassionare più di una generazione.

La saga parla di un bambino di nome Harry Potter, orfano di genitori, che scopre di essere un mago e di avere il diritto di frequentare la Scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

La frequenta per sette anni, uno per libro, lottando contro il cattivo e misterioso Lord Voldemort, creduto morto per lungo tempo, insieme agli amici conosciuti a scuola, Hermione Granger e Ron Weasley, fino allo scontro finale.

I sette libri sono stati pubblicati tra il 1997 e il 2007, e ne sono stati ricavati otto film – l’ultimo è diviso in due parti. I protagonisti principali che il pubblico ha visto crescere, sono Daniel Radcliffe nei panni di Harry Potter, Emma Watson in quelli di Hermione Granger e Rupert Grint interpretato da Ron Weasley.

La saga è stata tradotta in 80 lingue, tra cui il latino e il greco antico e ha venduto oltre 500 milioni di copie. Il primo libro è il più venduto di tutti: con oltre 120 milioni di copie vendute. Gli altri hanno stracciato diversi record.

Ad esempio, Harry Potter e i doni della morte è stato il libro che ha venduto più copie nelle prime 24 ore dall’uscita (15 milioni) e quello con il maggior numero di stampe in prima tiratura negli USA (12 milioni).

Durante il periodo di quarantena tutti i libri della saga si sono posizionati in testa alle classifiche italiane anche grazie alla riproposizione degli adattamenti cinematografici.

Harry Potter ha anche una sua “personale” Giornata Internazionale. Inizialmente si era pensato proprio alla data del 31 luglio, però nel 2012 l’allora Primo Ministro britannico David Cameron ha ufficialmente annunciato la scelta del 2 maggio, giorno in cui viene sconfitto Lord Voldemort. Rai

linserto.it

sabato 25 luglio 2020

Chi è Venom?

Con l’uscita del film, Venom sta vivendo un momento di altissima popolarità in tutto il mondo, come mai prima d’ora. Non è la prima volta che vediamo il simbionte alieno sul grande schermo (ricordate Spider-Man 3 di Sam Raimi?), ma stavolta l’alter ego di Eddie Brock non dovrà dividere lo schermo con nessuno, la scena sarà tutta per lui. Siamo onesti: non crediamo che il film abbia reso davvero giustizia al personaggio creato da David Michelinie e  Todd McFarlane, ma possiamo quanto meno consolarci con un dato assolutamente fondamentale: ci sono una valanga di fumetti con il nostro simbionte preferito che non temono il confronto con i blockbuster di Hollywood.

Oggi cercheremo di ripercorrere la sua storia: dai confini dello spazio, fino al nostro Pianeta Terra. La grande saga di Venom parte da molto lontano…

Da dove arriva Venom

Sicuramente molti di voi sapranno che è uno dei più pericolosi e letali nemici di Spider-Man, ma sarebbe decisamente riduttivo fermarsi a questo. Il simbionte alieno alle spalle ha una storia complessa, piena di salite e discese, di drammi e trionfi.

Trovi VENOM su DOLLAROSHOP

La sostanza nera senziente che ricopre Eddie Brock fa parte di una razza aliena chiamata Klyntar, una stirpe che ha deliberatamente scelto di creare una società senza alcun tipo di cultura o identità. Fondamentalmente non si tratta di creature violente, ma di esseri totalmente rivolti a formare un legame indissolubile con un altro essere vivente: essendo parassiti, la loro unica volontà è questa. Unirsi a un “ospite” e dar vita a un ibrido in grado di resistere a qualsiasi tipo di minaccia, creare dunque un essere completamente nuovo, nato dalla fusione del simbionte e dell’ospite.

Uno di loro, ritenuto pazzo dai suoi simili, viene esiliato su un pianeta chiamato Battleworld. Sarà proprio lì che incontrerà una nostra vecchia conoscenza che, non immaginando quali guai avrebbe causato, lo porterà sulla Terra.

meganerd.it

sabato 18 luglio 2020

Chiara Ferragni agli Uffizi come la Venere di Botticelli

 La considerano un «mito per milioni di followers» e fin qui nessun problema. Lo è oggettivamente. Ma quando l’account Instagram delle Gallerie degli Uffizi ha definito Chiara Ferragni «una sorta di divinità contemporanea nell’era dei social», apriti cielo. Nel senso della polemica. La regina del marketing sul web e imprenditrice digitale da 20 milioni di followers due notti fa era agli Uffizi. Non come turista, ma come modella, per un servizio fotografico per Vogue Hong Kong. «È stato il momento migliore per visitare il museo» ha commentato, scherzando per l’orario notturno. Ma anche per invitare i suoi milioni di seguaci — ecco l’operazione di marketing voluta dagli Uffizi — ad andarci al museo. 


Marketing

Il sempre più attento servizio marketing delle Gallerie, sull’onda di una comunicazione per immagini sempre più «rock» del direttore Eike Schmidt, ha colto la palla al balzo e, commentando una sua foto di fronte alla Nascita di Venere di Botticelli ha azzardato un paragone — visto che «i canoni estetici cambiano nel corso dei secoli» — che ha fatto discutere per tutto il giorno il mondo del web. Il paragone con Simonetta Vespucci, la «nobildonna di origine genovese, amata da Giuliano de’ Medici, fratello minore di Lorenzo il Magnifico e idolatrata da Sandro Botticelli, tanto da diventarne sua Musa ispiratrice» che a quel dipinto-icona ha dato il volto. Paragonare Ferragni alla Vespucci ha prodotto il risultato aspettato: 330 mila like e mille commenti entusiasti per il post della Ferragni agli Uffizi e 21 mila like e 1.500 commenti di tenore preponderantemente in senso opposto per il post degli Uffizi con la Ferragni. «Il mito di Chiara Ferragni, diviso fra feroci detrattori e impavidi sostenitori, è un fenomeno sociologico che raccoglie milioni di seguaci in tutto il mondo, fotografando un’ istantanea del nostro tempo» scrive su Instagram il museo diretto da Eike Schmidt. Ma il mondo dei commentatori si è diviso in due: chi critica scrive sotto il post degli Uffizi, chi apprezza sotto il post della Ferragni. Come in una partita a tennis dove però ogni tifoseria entra in uno stadio diverso dall’ altra. Quasi a voler dimostrare che la cultura cosiddetta «alta» e il mondo degli influencer non si incontrano nemmeno quando l’influencer va dalla cultura. E quest’ ultima si fa «influenzare».

Questione di followers

Uno dei primi commenti è della fiorentina Sandra Gesualdi, candidata per Liberi e Uguali alle scorse politiche: «Ma come si fa ad accostare la Venere e la Primavera alla Ferragni? Su. Siete i social degli Uffizi non di una marca di costumi». Il successivo, di Alberto Pisano, sfiora gli 800 «like»: «Capisco la crisi e la vostra gioia di entrare nel mondo social in maniera continua e costante ma se pensate di aumentare i followers con lei, beh credo che il livello si abbasserebbe di molto». Oltre settecento per La Setta dei Poeti Estinti di cinematografica memoria: «Roba da matti questo post. Se anche gli Uffizi corrono dietro a Chiara Ferragni, ragazzi stiamo messi molto male...». Ancora: 550 per Roberta che agli Uffizi dà dei «pazzi»: «Avete coperto questo capolavoro mettendo un soggetto che rappresenta tutt’ altro. È un insulto a Botticelli». Più pesante ancora Raffypanina secondo cui «Botticelli è resuscitato solo per suicidarsi». A difesa della influencer di moda si schiera invece il sindaco Dario Nardella, che sceglie Twitter per dire la sua: «C’è gente che riesce a criticare Chiara Ferragni anche se visita un museo. Ma stiamo scherzando? Per noi sarà sempre benvenuta. E anzi, in un momento così difficile, ben venga chiunque voglia supportare la nostra cultura e condividere con il resto del mondo i tesori di Firenze». Anche se la maggior parte dei commentatori concentra l’attenzione sul significato vero dell’operazione: il marketing. Nel bene e nel male. Quelli «nel male» la definiscono «marchetta acchiappa follower». 

Edoardo Semmola (Corriere.it)

venerdì 10 luglio 2020

💪Ibrahimovic e Diletta Leotta creano un app per il Fitness

Zlatan Ibrahimovic e Diletta Leotta insieme per inaugurare una nuova era del fitness al fianco di Buddyfit: la nuova applicazione disponibile per Android ed iPhone creata per consentire alle persone di allenarsi in qualsiasi luogo con il supporto di un personal trainer.

Ecco cosa permette Buddyfit

Workout personalizzati o allenamenti in diretta, con Buddyfit il trainer è sempre con te e può seguirti a distanza monitorando i risultati e fornendo supporto e spiegazioni in chat. L’idea nasce da un’intuizione del suo fondatore Ciferri, che ha recepito la difficoltà di allenarsi da casa con costanza tramite le classiche applicazioni di fitness che però lasciano da solo l’utente; da lì l’idea di facilitare la connessione con un personal trainer a distanza, che possa seguire la persona nei suoi allenamenti.

Il lockdown ha rivoluzionato l’industria del fitness

Gli ultimi eventi hanno rivoluzionato completamente l’industria del fitness – ha spiegato Giovanni Ciferri, CEO di Buddyfit – ed oggi le esigenze delle persone sono cambiate. Dopo aver sperimentato la possibilità di allenarsi anche a casa, le persone ricercano la flessibilità di potersi allenare dove vogliono e quando vogliono abbinando alla palestra il lavoro a casa. Lavoriamo da mesi al progetto, ed oggi siamo orgogliosi di lanciare l’app ufficialmente in Italia, nostro primo mercato, con Zlatan e Diletta che hanno creduto in noi”. 

iltempolibero.com

martedì 7 luglio 2020

🇺🇸Decreto che vieta TikTok e WeChat negli USA

Già a novembre 2019 Tik Tok era finita nel mirino del CFIUS statunitense (Comitato sugli Investimenti Esteri negli Stati Uniti d’America), l’organo che analizza le implicazioni per la sicurezza nazionale degli investimenti stranieri nella terra a stelle e strisce.
Che cos’è che fa paura esattamente? La risposta è semplice: l’app è di proprietà di una società cinese, ByteDance, fondata nel 2012 e la Cina, come è noto, è un Paese in ‘lotta’ su svariati fronti con gli Usa, ma in questo caso i riflettori sono puntati sul concetto di censura e sulla divulgazione di determinati contenuti in rete. In aggiunta, c’è il timore che i dati dei cittadini statunitensi finiscano in mani cinesi.

Successivamente Tik Tok Tik Tok è stata vietata per i militari statunitensi. L’Esercito a stelle e strisce ha infatti negato l’uso del social cinese, in quanto “considerato una cyberminaccia”, ha spiegato il tenente colonnello Robin Ochoa, portavoce dello Us Army, al sito Military.com, “non ne consentiamo l’uso sui telefoni del governo“.

Ora gli Stati Uniti stanno valutando la possibilità di mettere al bando TikTok ed altre app cinesi. Lo ha detto il segretario di Stato americano Mike Pompeo parlando con Fox News e sottolineando che si tratta di un’ipotesi che “stiamo prendendo in considerazione molto seriamente. Se volete che le vostre informazioni private finiscano nelle mani del Partito comunista cinese, basta scaricare le app cinesi”. Al segretario di Stato ha replicato un portavoce di TikTok in una nota, nella quale ricorda che la società “è guidata da un amministratore delegato americano” e che non hanno una priorità più importante rispetto a quella di promuovere un’app sicura per i loro utenti e non hanno mai fornito dati al governo cinese, né lo farebbero anche in caso venisse chiesto.

Le parole di Pompeo sono arrivate mentre la stessa TikTok ha fatto sapere che, alla luce degli eventi recenti, vale a dire l’entrata in vigore a Hong Kong della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino, ha deciso di sospendere il servizio nella ex colonia britannica.

rebelmag.it

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