L'economista Francesco Lenoci, vicepresidente dell'associazione pugliesi di Milano: "dobbiamo far capire dal basso il vero significato dell'esposizione universale"
Milano è ormai calata nell’Expo 2015. Pure la bottiglia di acqua minerale griffata. Le bandiere delle nazioni in corso Vittorio Emanuele. Le infrastrutture (per la verità non tutte pronte, vedi metropolitana). L’aria che tira al Comune, dove c’è la consapevolezza di essere al centro del mondo. Stessa aria che tira in tutta la città. Dal centro-centro ai quartieri periferici, il clima è quello di Expo. L’altro ieri è stata inaugurata una mostra itinerante nei quartieri, pittura e poesia, di un’artista compagna di un altro artista il quale è pugliese. E questo ci introduce nella parte più vicina a noi, ovvero il territorio pugliese in rapporto all’esposizione universale.
dalla terra la vitaMartedì, per iniziativa dell’associazione pugliesi di Milano, “Dalla terra la vita”, spettacolo allo spazio Oberdan del capoluogo lombardo. Sarà una manifestazione di importanza incredibile, un reading ma anche molto di più, perché a confronto saranno le esperienze mondiali sul tema dell’alimentazione, dell’agricoltura e della convivenza. “Lo spettacolo teatrale – questa la presentazione – è promosso dalla Associazione Regionale Pugliesi di Milano e dalla Associazione Culturale Orizzonte con il patrocinio della Città metropolitana di Milano ed Expo Milano 2015 Padiglione Italia, allestito dalla Compagnia Ora in Scena! allo Spazio Oberdan di Milano il 10 marzo 2015 alle 20,30 sui temi di Expo 2015: ‘Nutrire il pianeta, Energia per la vita’. è un percorso sulle condizioni della terra, spossata nel corso dei secoli dalle attività umane inquinanti, e sui bisogni dell’umanità, ipertrofica e derelitta, alla continua ricerca di soddisfacimento dei diritti all’istruzione, all’alimentazione naturale per tutti, alla salute, ecc. Viene richiamato il pensiero di poeti, scrittori, scienziati, religiosi, docenti, capi di stato e di associazioni, preoccupati per le condizioni del nostro pianeta ma risoluti nell’indicare la via di salvezza nella necessità di invertire la tendenza e di ritornare ad una agricoltura rispettosa dell’ambiente naturale, facendo nuove scelte di vita e riconsiderando il ruolo delle donne, che in diverse parti del mondo hanno ripreso ad occuparsi della terra. Le riflessioni si accompagnano a immagini e video, intessuti di musiche e di canzoni”.
Fra i più impegnati a ribadire il contenuto culturale e politico (di politica in senso alto) dell’esposizione universale, e lo farà anche da protagonista dello spettacolo martedì, c’è proprio il vicepresidente dell’associazione pugliesi di Milano, l’economista Francesco Lenoci. Di Martina Franca, ma ormai “di” Milano anche se, con questa storia del continuo richiamo alle origini, la Puglia non si scorda mai. Dunque, Lenoci ha una grande speranza e una grande preoccupazione. Che sono in un’unica frase: “Expo 2015 è molto più di una grandissima fiera”.
Spieghi: “il rischio di fare una fiera immensa è molto concreto, un rischio reale. Ma una fiera immensa, un grande evento di mercato, non lascerebbe nulla. Non servirebbe a nulla, a parte il grande movimento economico che porta con sé nei sei mesi di svolgimento. Ma Expo 2015 deve andare molto oltre questi contenuti: il periodo dall’1 maggio al 31 ottobre deve servire perché il mondo ragioni su cosa vuole fare. Il mondo è alle prese con due problemi primari: una parte enorme della popolazione, siamo nell’ordine del miliardo, muore di fame. Un’altra parte enorme della popolazione si ammala o muore perché è obesa. Questo significa che le risorse della terra, per sfamare tutti, ci sono ma sono distribuite male. Il mondo è chiamato a risolvere questo problema ed Expo 2015, se non ridotto a una gigantesca fiera, può dare il suo contributo”.
milano bandiere expo 2Da qui, secondo l’economista, la necessità di vedere Expo 2015 in un modo diverso: “noi ci proviamo, nel nostro piccolo. Bisogna far partire dal basso un movimento che faccia capire il vero significato dell’esposizione universale, un significato culturale. La promozione dell’agricoltura, dell’agroalimentare, dei prodotti tipici, deve andare oltre la connotazione del mercato. Farsi conoscere in tutto il mondo, sì, una potenzialità unica più che rara, quella offerta da Expo. Ma deve essere una promozione che arricchisca tutti. Noi proviamo a fare delle cose, per Expo 2015, uscendo anche dai padiglioni, proponendo temi diversi da quello prettamente commerciale, come avverrà con lo spettacolo di martedì sera. Cerchiamo di non rendere Expo 2015 un’occasione persa”. A proposito dell’esposizione universale e della Puglia, come valuta il lavoro di preparazione finora svolto per la presenza pugliese a Expo 2015? “Ho visto realizzarsi molte iniziative, c’è l’occasione di descrivere al resto del mondo le tipicità del nostro territorio. Una valutazione si potrà fare quando in concreto vedremo realizzati i programmi che spero vadano nel senso vero di Expo: non facciamone solo un’enorme fiera”.
Questa intervista è di oggi non a caso: il 7 marzo 1985, trent’anni fa esatti, veniva pubblicata “We are the world”, la canzone che riuniva le stelle della musica mondiale, in un brano che ha oltrepassato i tempi e le mode. Un brano che era originato da una iniziativa benefica a favore dell’Etiopia devastata da una carestia. La fame, il cibo che per alcuni è troppo e per altri non c’è, le disparità. Sono passati (altri) trent’anni, non si è risolto niente.
fonte: noinotizie.it