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sabato 12 dicembre 2015

Natale 2015 : Easy going.. Per chi non vuole osare

Rosso, glitter, dorato, argentato e simili non fanno per voi? Preferite una manicure più semplice ma che sia comunque d'effetto? Allora potete optare per qualcosa di molto raffinato e semplice, ma che al tempo stesso evochi il natale e che vi faccia entrare a pieno nel mood natalizio. Che idee ci sono per delle unghie semplici? Oltre ai classici nude con applicazioni, decorazioni e disegni vari, si può optare per una french manicure reverse con bianco, nero e qualche glitterino o per una semplice french con dei brillantini come accent nails. Insomma, le vostre unghie saranno ordinate senza eccedere troppo!

Fonte: Glamour.it 







venerdì 11 dicembre 2015

Natale 2015 : Che Glitter sia ...

Pagliuzze, glitter, brillantini, smalti effetto sabbia glitterati.. Chi più ne ha, più ne metta! Il periodo delle festività natalizie, è quello più adatto per osare con brillantini e glitter, non c’è festività migliore (insieme al Capodanno) per poter utilizzare tutti questi sbrilluccichi che piacciono tanto a noi donne!
Che siano unghie tutte glitterate, french manicure, accent manicure o qualche brillantino sporadico, si sa che i glitter fanno festa! Quindi.. Osate!!


Fonte : Glamour.it 







giovedì 10 dicembre 2015

Natale 2015 : Per unghie sfisticate...

Se il classico rosso vi ha stufate o semplicemente volete delle unghie più sofisticate e non ovvie, tantissime sono le idee per cambiare aspetto alle vostre mani. Oltre a delle decorazioni e ghirigori più particolari, si possono anche usare colori diversi in combo come ad esempio il blu-argento o blu-oro, un bel oro rosa con decorazioni tone sur tone o dorate o un sofisticatissimo nero abbinato a glitter, brillantini o smalti sui toni dell’argento o del platino. 

Fonte: Glamour.it






mercoledì 9 dicembre 2015

Natale 2015 : A tutto Rosso!

Il mese di Dicembre è entrato già da un paio di giorni e l’atmosfera natalizia è sempre più presente in tutte le città del mondo. Tra giocate a carte, preparazione ai cenoni di natale, regali e molto altro, si pensa anche a come ci si dovrà vestire e truccare per il cenone del 24 Dicembre. Voi avete già pensato a come vi vestirete e truccherete? E alle unghie, ci avete pensato? Se la risposta è no, tranquille.. Ci penso io! Ecco qualche idea per le vostre unghie natalizie 2015.

Fonte Glamour.it










mercoledì 4 novembre 2015

Expo 2015, ma quanto ha reso davvero?

Pochi stranieri, molti lombardi e un target di visitatori raggiunto a costo di forti sconti sui biglietti. Expo 2015 ha evitato il peggio grazie alla dedizione di chi ci ha lavorato. Rispetto alle aspettative, però, i benefici economici sembrano molto ridotti. E Roma 2024 merita una riflessione.
 
 
Aspettative e realtà di Expo

L’Expo 2015 ha chiuso i battenti, con ampia soddisfazione dei molti che l’hanno visitata, una macchina organizzativa funzionante e un target di visitatori apparentemente raggiunto. Il lavoro svolto con dedizione dall’équipe di Expo ha consentito all’Italia di evitare la figuraccia che diversi avevano temuto.

Cosa possiamo dire invece dei benefici economici? Già in fase di candidatura avevo espresso i miei dubbi sulle aspettative che si erano delineate. Le previsioni prospettavano, infatti, importanti ricadute in termini di spesa dei visitatori: 3,5 miliardi destinati ad attivare da 4 (Certet 2010) a 4,3 miliardi di valore aggiunto (Sda 2013); un contributo al Pil complessivo per l’Italia da 10 (Sda) a 30 miliardi (Certet).

Pur mettendo da parte qui le critiche metodologiche formulate in altre sedi, possiamo ora valutare le stime di previsione alla luce di alcuni risultati preliminari di un nostro studio, basato su una raccolta dati realizzata tra i visitatori di Expo.

Per quanto riguarda la biglietteria, l’attenzione si è focalizzata sul superamento della soglia dei 20 milioni. Tuttavia, oltre alla discussa trasparenza dei dati, si è assistito a uno slittamento fra obiettivo in termini di visitatori e quello in termini di visite (da 24 a 29 milioni nel dossier di registrazione). E l’obiettivo delle presenze ha sostituito quello del ricavo, con numerosi sconti. Le previsioni erano di ricavi per 520 milioni di euro con 29 milioni di visite (prezzo 2015, p. 364 del dossier di candidatura), con tariffa piena a 42 euro e “prezzo medio di 18 euro” (cap. 13) – ipotesi sostanzialmente confermata nel dossier di registrazione (p. 417) nonostante le mutate condizioni economiche.

La variabile chiave per sapere se gli obiettivi sono stati raggiunti sarà dunque il ticket medio – di cui finora si è poco discusso.

Più importante della biglietteria è però la spesa addizionale dei visitatori. La Lombardia è probabilmente quella che ha guadagnato di più da Expo, perché ha attivato flussi delle altre regioni. Ma per l’Italia nel suo complesso? Su questo punto, si possono esprimere varie perplessità. In primis, la proporzione di stranieri è stata inferiore a quella prevista. Risultati preliminari indicano un 16 per cento di stranieri (soprattutto francesi e svizzeri) contro previsioni tra il 20 e il 30 per cento, secondo un’indagine Eurisko del 2013. I non-europei, cinesi o altri, raggiungono quote insignificanti. L’Expo ha per lo più captato domanda nazionale o addirittura regionale (38 per cento di lombardi) e non i flussi internazionali. Ancor più importante è il fatto che, nei benefici, deve essere contabilizzata solo la componente addizionale della domanda, ovvero chi non sarebbe venuto in Italia senza l’Expo (o chi ha prolungato il suo viaggio in Italia per la manifestazione).

Esistono diversi metodi utilizzati in ambito internazionale per valutare tali fenomeni. Sulla loro base, il nostro studio mostra che solo il 50,5 per cento delle presenze straniere (e l’1 per cento di quelle italiane) appaiono addizionali. Mentre la spesa addizionale sarebbe di 960 milioni di euro per gli stranieri e di non più di 30 milioni per gli italiani, per un totale stimabile in circa 1 miliardo, con effetti indiretti e indotti fino a 1,36 miliardi di valore aggiunto, contro i 4 pronosticati. Ai risultati ridotti rispetto alle aspettative della spesa privata, si aggiungono poi interrogativi sugli effetti rispetto alla spesa pubblica, che pure dovranno essere approfonditi.

Il beneficio economico dei visitatori dell’Expo si riassumerebbe dunque negli 1,3 miliardi di valore aggiunto generati dalla spesa turistica addizionale. Potrebbe apparire come un buon risultato, ma si tratta di un impatto lordo da confrontare con il costo sostenuto e un bilancio economico realistico sfida le facili interpretazioni. Già la nozione di costo dell’evento non è univoca: non ci sono infatti solo i costi d’organizzazione, si possono considerare anche gli investimenti per il sito o per le opere connesse; oppure, come purtroppo si fa raramente, aggiungere tutti i costi nascosti di tali eventi, come sicurezza, esenzioni fiscali concesse per l’evento e altri ancora.

Il dopo Expo

Anche i benefici post Expo sono in forse. Se si guarda a numerosi megaeventi passati, l’impatto sul turismo è incerto. Stessa cosa per l’investimento diretto estero. Per non parlare dell’aumento dei prezzi immobiliari, prospettato da diversi studi (Certet 2010, Sda 2013) come un beneficio dell’Expo, ma del quale sarà difficile convincere i milanesi.

Grazie all’impegno di chi ci ha lavorato, l’Expo, è stato un discreto successo, almeno in termini operativi e di immagine. Tuttavia, il beneficio economico appare difficile da stabilire: i flussi economici addizionali sono inferiori a quelli previsti, mentre i costi reali sono di difficile quantificazione. L’impatto lordo è comunque molto inferiore (fino al 95 per cento) a quello prospettato in fase di preparazione.

Non appare comunque una chiara appetibilità economica di questo tipo di eventi. Purtroppo, in questi casi l’analisi economica produce spesso studi “di circostanza”, commissionati dagli organizzatori, che, anche quando realizzati in buona fede, tendono a sopravalutare i benefici. Una situazione che deve far riflettere, anche in vista di future candidature come quella alle Olimpiadi con Roma 2024.

sabato 31 ottobre 2015

Expo, tutti i numeri di Milano 2015

(ANSA) - MILANO, 31 OTT - In 184 giorni, 21,5 milioni di visitatori da 140 Paesi. Sono i numeri chiave di Expo Milano 2015. In tutto 54 padiglioni costruiti dai Paesi, e 9 cluster per radunare (per la prima volta) 70 Paesi intorno ad alcuni alimenti simbolo: riso, cacao, caffè, frutta, spezie, grano I RECORD - il 10 ottobre è stato toccato il picco assoluto di visitatori in un solo giorno, 272.785 mila. La settimana-record dal 5 all'11 ottobre, con 1.243.701.


60 CAPI STATO - I capi di Stato e di Governo sono stati 60, 300 le visite visite istituzionali. Il continente più rappresentato è stata l'Africa, con 30 Paesi presenti.

20MILA LAVORATORI: 20 mila quelli assunti per i 6 mesi dell'esposizione. Un migliaio quelli impiegati da Expo spa; 8.000 i volontari che - a titolo gratuito e per un massimo di due settimane ciascuno - hanno operato sul sito espositivo. 


2 MILIONI STUDENTI: A centinaia le gite scolastiche organizzate sul Decumano da scuole provenienti da tutta Italia. In totale sono stati oltre 2 milioni gli studenti. 

2.300 MILITARI: con le operazioni 'Expo' e 'Strade Sicure' sono stati 2.300 i militari che hanno partecipato alle operazioni di sicurezza. Una presenza capillare che ha prodotto in termini di sicurezza questi numeri: 45.234 mezzi controllati, 364 persone identificate, 25 arresti, 100 denunce, 34 fermi, 17 armi sequestrate, 204 articoli contraffatti sequestrati, 142 interventi di soccorso ai visitatori e oltre due milioni di chilometri percorsi in città. Gestiti dalla centrale operativa di via Drago, ha gestito 2.056 interventi.

26 TONNELLATE CIBO RECUPERATO: è quello messo a disposizione del Banco Alimentare, che punta alle 30 tonnellate.

27 EURO DI SPESA MEDIA: i visitatori secondo un'indagine Coldiretti hanno speso in media a Expo 27 euro a testa. Il 32% ha scelto cucina italiana, il 25% ha scelto cucina straniera, il 34% ha provato entrambe.

122 METRI DI BAGUETTE:
è la baguette da record farcita di nutella preparata dai panettieri francesi e italiani con l'apporto di Ferrero.

1.595,45 METRI DI PIZZA: è il record del mondo della pizza più lunga realizzato il 20 giugno: è stata suddivisa in 35mila fette e 300 metri sono andati in beneficienza.
 
Fonte: Ansa

Dopo 184 giorni chiude Expo 2015

Ecco che fine faranno i 54 mastodontici padiglioni
 
Sono passati sei mesi e, come da programma, a 184 giorni
dall'inaugurazione cala il sipario su Expo 2015. E adesso? Se l'Albero della vita resterà a Rho, che ne sarà dei 54 mastodontici padiglioni? Il 2 novembre inizieranno i lavori di smantellamento, poi ciascuno andrà incontro al proprio destino. Alcuni saranno "riciclati" nei Paesi di origine, altri verranno battuti all'asta. Intanto l'Angola si aggiudica il premio per il miglior padiglione.

Dal 2 novembre saranno smantellati, alcuni finiranno all'asta. Intanto l'Angola si aggiudica l'oscar per il miglior padiglione dell'Esposizione universale.
 
Considerati i non pochi soldi spesi, buona parte dei Paesi ricicleranno, in patria o altrove, il proprio padiglione. I quattro silos della Svizzera diventeranno serre urbane in altrettanti cantoni elvetici. Il giardino botanico del Bahrain tornerà a lussureggiare nel Paese arabo. L'oasi del Padiglione degli Emirati Arabi Uniti sarà ricollocata a Masdar City. Mentre le sfere dell'Azerbaijan diventeranno un centro per la tutela della biodiversità nella capitale, Baku. 

Alcuni padiglioni saranno riutilizzati per scopi sociali e progetti di cooperazione internazionale: il padiglione Don Bosco diventerà un centro giovanile in Ucraina, i container che compongono lo spazio del Principato di Monaco ospiteranno un centro della Croce Rossa in Burkina Faso. Il villaggio della onlus Save The Children troverà collocazione nel campo profughi di Jarahieh, in Libano. Il padiglione Coca Cola, che ha le dimensioni di un campo da basket regolamentare, resterà invece a Milano, per diventare un centro sportivo. 

I Paesi che non riutilizzeranno le proprie strutture, come impongono le regole di Expo, dovranno comunque riciclare le parti in legno e quelle in ferro dei Padiglioni. E così il legno pregiato utilizzato per costruire i "semi" della Malesia, il teak, dopo lo smantellamento sarà rivenduto in Italia. Fine simile farà la struttura del padiglione Colombia, che sarà riciclata e reimpiegata in Italia per future costruzioni. 

Molti Stati hanno poi deciso di donare le parti "simbolo" dei loro padiglioni: gli alberi più imponenti dell'Austria saranno ripiantati in una foresta nei pressi di Bolzano; l'alveare della Gran Bretagna diventerà un'opera d'arte urbana in patria; le colonne del Vietnam saranno donate al Comune di Alassio, in Liguria. 

E poi ci sono quelli che proveranno a vendere le loro strutture, tutte o a pezzi. E' il caso del Brasile, che metterà all'asta anche l'ormai famosa rete, e del Belgio. 

Saranno totalmente demoliti, invece, i padiglioni di Cina, Germania, Spagna, Thailandia, Qatar e Uruguay. 

Quel che resta - Infine ci sono le strutture che resteranno: Palazzo Italia, Padiglione Zero e, come detto, l'Albero della Vita. Destino ancora incerto per Israele e per il Padiglione The Waterstone di Intesa Sanpaolo. Quest'ultimo, in particolare, potrebbe restare a Rho-Pero o essere ricollocato a Milano. 
 
 
Tutti i premi - Non solo il padiglione dell'Angola ha ricevuto un premio nell'ambito dei Class Expo Pavilion Heritage Awards. La Repubblica Popolare Cinese si è aggiudicata il riconoscimento dedicato alla Recuperabilità del padiglione. Il premio dedicato al Miglior Cluster è stato assegnato a quello delle Zone Aride, il cui concept si basa sull'immagine della sabbia nel deserto. 

Come migliore padiglione di un Unico Prodotto Alimentare è stato riconosciuto il Padiglione del Vino progettato da Italo Rota. Il padiglione di New Holland Agriculture, The sustainable farm pavilion, ha ottenuto il riconoscimento come miglior Padiglione Corporate. A Davide Rampello, curatore del Padiglione Zero, è stato assegnato il Premio Speciale al Personaggio Expo. 

E ancora: al padiglione di Monaco è stato assegnato il Premio Speciale di Laureate. Infine, è stato nuovamente il pavilion dell'Angola ad aggiudicarsi il Premio Speciale World Association of Agronomists. Ha preceduto nella graduatoria i padiglioni di Colombia e Marocco.
 
Fonte:  tgcom24.mediaset.it

mercoledì 21 ottobre 2015

Le 10 previsioni di Ritorno al Futuro

Il film diretto da Robert Zemeckis e interpretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd, esce nelle sale il 1985 conquistando letteralmente il botteghino e raggiungendo in totale  957 581 347 dollari di incassi in tutto il mondo.

Saranno stati gli effetti speciali, la trama accattivante e le invenzioni fantascientifiche o le scene esilaranti, fatto sta che Ritorno al Futuro ha ottenuto un successo planetario tanto da diventare un titolo indimenticabile per la storia della cinematografia e tanto da essere ancora oggi (30 anni dopo la sua uscita nelle sale) un film molto apprezzato e vividamente ricordato da grandi e piccini.

30’anni fa Doc e Marty McFly, nel secondo capitolo di Ritorno al Futuro, con l’immancabile DeLorean, venivano catapultati dal 26 Ottobre 1985 all’attuale 21 Ottobre 2015, i due protagonisti si trovano a muoversi in un futuro sconosciuto e stravagante, dominato dalla tecnologia e dall’avanguardia.

Hoverboard, macchine volanti, riconoscimento facciale e molti altri, sono solo alcuni dei “giocattoli” previsti e che il genio di Zemeckis aveva sfornato.
Ma ora che siamo giunti nella vita reale proprio a quel giorno (21 Ottobre 2015) quali delle invenzioni predette possiamo dire di essere riusciti a realizzare davvero? La realtà ha superato la fantasia? Il mondo è cambiato in meglio o in peggio?

1) MACCHINE VOLANTI
Nel film ci viene mostrato uno dei tanti sogni nel cassetto dell’uomo moderno, infatti i cieli d’America sono ricoperti da veri e propri sciami da automobili volanti, che sfrecciano ad alta velocità e si fermano in interminabili code, nella vita reale, non ci crederete ma è possibile trovare (alla modica cifra di 200.000€) ben due modelli di automobili volanti, uno americano e uno europeo, quello d’oltre oceano della compagnia statunitense “Terrafugia” iniziò il progetto nel 2006, realizzando un mini jet privato che su strada può raggiungere 145kmh con una durata di volo non superiore agli 8 minuti; in Olanda invece un’altra compagnia di giovani ingegneri ha realizzato un’ibrido tra una motocicletta e un’elicottero, battendo la concorrente sia su strada, con 185kmh, sia in cielo, riuscendo a percorrere quasi 200km ad elevate altitudini.
Anche se non abbiamo avverato il sogno di Zemeckis, possiamo consolarci con il fatto che sulla terra ferma, in superstrada troviamo code estenuanti come quelle viste nel film.

2) CARBURANTI RINNOVABILI
La magica DeLorean era fornita di una sorta di mini-centrale atomica alimentata con rifiuti organici, si avete capito bene, con la spazzatura, oggi giorno abbiamo fatto grandi passi sulla scoperta di energie rinnovabili, ma per ora siamo ancora lontani dall’utilizzo di un carburante di riciclo.
Si stanno facendo pian piano strada le automobili ad energia elettrica, ma purtroppo, lo smaltimento della spazzatura è ancora un problema difficile da affrontare e il sogno di gettare i rifiuti nel serbatoio della nostra automobile è ancora assai lontano.

3) CIBI DISIDRATATI
Non è molto chiara l’utilità di questa invenzione, ma pace, “fa figa”, nel film assistiamo all’epica scena della pizza disidratata che inizialmente è piccola come CDrom, ma dopo essere stata nel forno idratante si gonfia ed è pronta in una manciata di minuti. A onor del vero bisogna dire che i cibi disidratati esistono, ma per fortuna non sono ancora diffusi e non sono certamente le migliori pietanze che si possano consumare. Ma hanno il vantaggio di scadere più lentamente, infatti, l’esercito americano sta sperimentando una pizza “immortale”, che può essere consumata a distanza di tre anni almeno. Pizzaioli di tutto il mondo, siete avvertiti!!!

4) ETERNA GIOVINEZZA
Doc nel film dichiara apertamente di aver cambiato intestino e sangue con quelli di una persona di 30 anni più giovane, al di fuori dei trapianti, resi dalla tecnologia sempre più semplici e meno invasivi, le spa, i centri benessere e i rifugi olistici, per il dispiacere di tutte le fanciulle, la ricetta dell’eterna giovinezza non è ancora stata inventata.

5) VESTITI E SCARPE INTELLIGENTI
Nella pellicola ci vengono mostrate le scarpe e la i vestiti di Martynike-ritorno-al-futuro che si adattano alla forma del suo corpo automaticamente, che si allacciano da sole e che grazie alla loro impermeabilità si asciugano senza problemi.
A parer mio, un gran peccato che non ci si sia concentrati maggiormente su delle scarpe del genere invece di assurde scarpe monocromatiche.

6) L’HOVERBOARD
Lo skate volante che Marty usa per sfrecciare nella città del futuro e una delle più roccambolesche scene del film.Back-to-the-Future-II-Hoverboard
Sono stati realizzati vari prototipi di un apparecchio del genere, che fluttuando non risentirebbe di alcun tipo di attrito, la teoria sarebbe che l’effetto della fluttuazione richiederebbe superconduttori raffreddati con azoto liquido e superfici di appoggio magnetiche.
Per ora accontentiamoci dei 2-Wheel (piccole scarpe motorizzate che si spostano a seconda del bilanciamento del peso corporeo) che ultimamente stanno letteralmente facendo impazzire il mondo.

7) IL 3D
L’indimenticabile scena in cui Marty viene “mangiato” dalla saLo-Squalo-19-ritorno-al-futuro-2goma di uno squalo 3D di un film, che alla fine degli anni ’80 lasciò senza parole il pubblico. Una realtà che oggi come oggi è diventata praticamente quotidianità.

8) PAGAMENTO DIGITALE
Fino a 30 anni fa era inimmaginabile poter fare delle procedure banali, come una transazione, solo con il tocco del dito, oggi invece con un dito facciamo praticamente tutto e il riconoscimento digitale sta prendendo sempre più campo.

9) OCCHIALI INTELLIGENTI
Marty rimane affascinato da degli occhiali super-tecnologici che gli permettono di vedere la TV e altre informazioni, in qualsiasi luogo esso si trova.
A breve vedremo nei nostri negozi i tanto acclamati Google Glass e altri dispositivi per la realtà aumentata

10) I DRONI
In Ritorno al Futuro Parte 2, l’intera città in cui si svolgono le vicende brulica di robot/droni che assistono gli abitanti in qualsiasi momento, come il robot spazzino che in una scena esilarante segue Doc in continuazione.
Siamo alle porte dell’era dei droni, che stanno prendendo sempre più campo nelle mansioni di tutti i giorni.
Di invenzioni futuristiche i film ne è pieno zeppo, abbiamo voluto citare le più famose ed emblematiche, ma questa pellicola lascia molte tematiche su cosa riflettere, per esempio:
Nella breve scena in cui un cane si porta a spasso da solo, invenzione che farebbe saltare di gioia molti, ma purtroppo di questi tempi fa troppa fatica portare a spasso il fedele amico a quattro zampe, meglio abbandonarlo per la strada!
Che altro dire? Zemeckis ci aveva visto lungo, anticipando e perfino azzeccando come fosse il 2015.

Doc… Marty, oggi è il 21 Ottobre 2015, vi stiamo aspettando e speriamo di non deludere le vostre aspettative.
 
Fonte: Uninfonews.it
 

 

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